5 parole per un racconto: Unità, Vuoto, Wasabi, X-files, Yemen, (Zio)
BIIANCA E LE SUE AVVENTURE - I Puntata
Che razza di parole sono queste? Non ce la faccio a creare, chi le ha
studiate? Sicuramente un sadico che in questo momento sta pensando a
come ci stiamo scervellando per legarle assieme.
Il vuoto nella mente, forse e' meglio che mi metta a mangiare
qualcosa... apro il frigo, c'è del sushi avanzato dalla sera prima, lo
metto in un piatto e lo accompagno con del wasabi. Fa letteralmente
schifo, non amo il cibo piccante, ma altro non ho. Una telefonata mi
distrae dal cibo, mio zio che mi ricorda ancora una volta della serata
X-files, una abitudine chi mi sta sulle cosiddette che non ho. Ma lo
assecondo, e' l'unica persona a cui non so dire di no, gli comunico che
sarò presente. Chiudendo la comunicazione maledico il
primo giorno
che mi sono fatta incastrare in queste serate assurde, con parenti,
unità incontrollate, che continuamente continuano a ripetermi che devo
trovarmi qualcuno.
Accendo la radio, una melodia arabeggiante, quasi
una cantilena ridondante, mi perdo nel pensare alla terra da cui
proviene. Forse l'Oman, o l'Arabia saudita, o forse lo Yemen, ma non e'
importante. Non adesso.
Adesso voglio solo godermi la mia
solitudine, il mio Io. Mi spoglio rimanendo solo in mutandine, fa caldo,
il cibo piccante ha contribuito ad alzare il calore del mio corpo.
Tento di seguire la musica, il bacino si muove ancheggiando, imitando le
danzatrici del ventre (ridicola che sono!), mi accorgo solo alla fine
della musica di lui, mi sta guardando dalla finestra di fronte. Sorride,
mi guarda, fa dei cenni.
Tento di coprire la mia nudità con una coperta che tengo sul divano. Lui nel frattempo scompare.
Poco dopo suonano alla porta. Guardo dallo spioncino... Cazzo, il vicino! Cosa vuole?
Apro la porta, ancora conciata in quella maniera.
“Voglio ballare con te...” dice lui. La coperta scivola inaspettatamente e lui entra.
La musica alla radio ritorna a farsi sentire, mentre lui inizia a ballare, spogliandosi.
Rimango un istante allibita, ma poi penso: cazzo, un uomo! Lo porterò
alla “cena X-files” almeno la finiranno di dirmi che sono sola.
E il seguito? Alla prossima puntata.
primo giorno che mi sono fatta incastrare in queste serate assurde, con parenti, unità incontrollate, che continuamente continuano a ripetermi che devo trovarmi qualcuno.
Accendo la radio, una melodia arabeggiante, quasi una cantilena ridondante, mi perdo nel pensare alla terra da cui proviene. Forse l'Oman, o l'Arabia saudita, o forse lo Yemen, ma non e' importante. Non adesso.
Adesso voglio solo godermi la mia solitudine, il mio Io. Mi spoglio rimanendo solo in mutandine, fa caldo, il cibo piccante ha contribuito ad alzare il calore del mio corpo.
Tento di seguire la musica, il bacino si muove ancheggiando, imitando le danzatrici del ventre (ridicola che sono!), mi accorgo solo alla fine della musica di lui, mi sta guardando dalla finestra di fronte. Sorride, mi guarda, fa dei cenni.
Tento di coprire la mia nudità con una coperta che tengo sul divano. Lui nel frattempo scompare.
Poco dopo suonano alla porta. Guardo dallo spioncino... Cazzo, il vicino! Cosa vuole?
Apro la porta, ancora conciata in quella maniera.
“Voglio ballare con te...” dice lui. La coperta scivola inaspettatamente e lui entra.
La musica alla radio ritorna a farsi sentire, mentre lui inizia a ballare, spogliandosi.
Rimango un istante allibita, ma poi penso: cazzo, un uomo! Lo porterò alla “cena X-files” almeno la finiranno di dirmi che sono sola.
E il seguito? Alla prossima puntata.
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