domenica 14 ottobre 2012

BUONA DOMENICA

Ignorò la preoccupazione sul mio volto, mentre aleggiava la rotella sul mio capezzolo, lasciando che il freddo del metallo mi colpisse a raggiera, in ondate di brividi a fior di pelle.
Lo stesso capezzolo sembrava quasi impaziente, impulsi lo fecero gonfiare e irrigidire, tradendo la mia mente.
Sembrava opportunamente terribile, lo stesso nome... rotella di Whartenberg...uno strumento di tortura che mi sembrava inopportuno per il mio piacere.
Morsi le labbra nel guardarlo, i miei occhi incollati a quelle punte che sembravano spilli, non ero libera di muovermi... i polsi imprigionati al letto da una fredda morsa metallica, inutile tentare di ritrarsi... chissà perché pensai all'arrosto che avevo lasciato nel forno, alle nostre domeniche e ai pranzi in compagnia di parenti ignari della nostra perversione.
Mentre la rotella premeva e girava attorno al capezzolo, l'altra sua mano stringeva l'altro seno, la pressione che imprimeva in aumento, uscì un lamento tentando di sottrarmi, sforzi inutili visto che lui si era seduto sul mio corpo, il suo membro rigido si faceva strada tra le cosce umide e calde.
Lasciò scorrere di nuovo la rotella attorno al capezzolo, lasciando puntini nel suo scorrere sul mio corpo, visibili per alcuni secondi, poi scomparsi come non fossero mai esistiti.
Il capezzolo sempre più duro, traditore... pugnalata in casa propria... eccitata mentre lui si muoveva tra le mie cosce, senza penetrarmi, trovando il clitoride duro e gonfio.
Gridai di dolore e piacere, la rotella schiacciava il capezzolo e tra le mie gambe l'orgasmo si faceva strada colando umori indecentemente.

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