domenica 30 dicembre 2012

La baia di portonovo


Prova a immaginare per un momento ...
Immagina una calda notte d'estate, con una brezza che sale dalla riva del mare. L'aria è carica di umidità, e profumata dalle ginestre che ondeggiano nel vento. Il cielo è ancora arancione, incandescente dal sole al tramonto e le nuvole che si distinguono sembrano essere espressioni oscure di un pittore triste. Creano una vista incredibile, un caledioscopio di colori, texture e sfumature che poche volte si vedono nei preludi notturni.
Pensa: abbiamo finito una cena succulenta sul patio in pietra della "Rocca di Portonovo" in compagnia di amici. 

Laura


Laura vagava per la stanza, con la mente altrove, la giornata sembrava esser volata via. Lo avrebbe finalmente incontrato, e se in passato avrebbe voluto averlo accanto in qualsiasi istante, a odorare la sua pelle e assaporare i suoi umori,
 ora il suo stato d'animo era completamente diverso.
Si era presa i suoi tempi per spiegare quello che voleva, quello che le sarebbe piaciuto e il perché.
Tutto aveva un senso, e in quei momenti, al telefono o in chat, niente di tutto questo stato d'animo che la coinvolgeva era sembrato strano. Davvero,lo voleva,ma forse non era pronta e un dolore si faceva strada al suo interno, inspiegabile.



Alcuni tocchi valgono molto più di tanti altri tocchi.
Valgono quanto l'intero universo di respiri, parole e pensieri.
E qui... risiede un piccolo punto,
unico e delicato,
caldo e umido,
morbido e duro.
E quando è il momento...
è il momento!
Non sente ragioni,
non ascolta pudori,
non ricorda divieti...
Adesso, è mia!


Dimmi “ti amo”, semplicemente.
Non nel modo in cui lo dici sempre, 
ogni giorno che passa, 
ma come una volta,
come la prima volta,
in cui ogni briciola della tua mente 
era avvolta di meraviglia,
come il sogno che ero,
dove io ero tua per sempre
e tu eri mio.
Dimmi “ti amo”, semplicemente.
Ricordamelo lentamente,
ogni momento,
fammi capire che è vero,
dimmi che sono il tuo tesoro e poi…
io ti dirò “ti amo”… semplicemente.



Mi tocca quando chiedo silenziosa.
Quando ho paura di chiedere, lui mi tocca ...
In luoghi segreti che nessuno ha mai raggiunto prima
Nei luoghi silenziosi dove le parole vibrano e si infuocano
Nei luoghi in cui sussurro perfettamente quel sottile velo di sensualità
E con ogni traccia, ogni colpo, mi fa sentire completa
Rimuove il telo di raso che mi copre
E mi rivelo liberamente
Tutto ciò che posso fargli vedere, non è più un'illusione
Espongo il mio dolore, lo scopro anche a me
La mia schiena si inarca ad ogni tocco
Graduale e completo, tutto si risveglia
Il mio corpo si protende verso il suo
La mia anima lo segue
Lui mi tocca e io sono libera
Per sentirmi
Per respirami
Per vivermi



Sai che ti sento parlare con me, anche quando non ci sei?
Ho sentito le tue parole prima, e sai che cosa ho fatto?
Ho pensato a quelle cose che dici, a quello che mi dici.
E sai una cosa?
Le tue parole mi liberano e si chiudono dentro di me.
Intrappolate nel mio essere mi fanno vivere.
E ora quelle parole, giocano nella mia testa.
E’ il futuro che nel presente ricomincia, con altre parole
Mi fai toccare il cielo.
Si riempie la mia mente con le tue parole lussuriose.
E da quelle parole, ho imparato ad avere fiducia.
E dalla fiducia, ho imparato a respirare.
E a ogni nuovo respiro, divento più forte, ho meno paura di partire per il mio lungo viaggio verso il tuo calore e colore.
Mentre guardo in questa anima mia, la voce si riflette e scopre di chi sono.
I miei occhi vedono chiaro, di chi sono e quello che sono.
Hai toccato il mio cuore
E io ti inalo e trabocco di te.
Le parole che sento, mi danno equilibrio, una meravigliosa armonia.
Quando la mia giornata si conclude e la notte ha inizio, tu mi tieni fra le tue braccia, di nuovo, stretta a te.
Sono felice di questo, il buio è arrivato e io ti troverò, nei miei sogni, stanotte


Buon Natale amore


Mi hai detto di aspettare. Ma come? Guarda che posizione che mi hai imposto! Con il sedere in aria sopra i cuscini. Aspettare cosa poi?
Per fortuna siamo soli. Ma se in giro per casa ci fosse qualcuno? E quel qualcuno entrasse nella camera? Mi hai anche detto di avere un’idea. Ma dove caspita sei andato? Perché ci metti così tanto?
E le mutandine sono ancora li, esattamente come erano prima: a metà cosce. Mi hai detto di lasciarle così. Abbassate per esporre la fica al tuo sguardo… hai detto… per ricordarmi sempre di non aver pudore.
Spero ti sia piaciuto guardarmi mentre gattonavo verso la tua camera, inciampando con le mie stesse mutandine abbassate. Credo di essere stata notevolmente ridicola… sai?
E adesso attendo. Sono in attesa di sentire il rumore dei tuoi passi, chiedendomi ancora cosa attraversi la tua fervida mente, così perversa e lussuriosa. E io… ho paura? No, so di essere al sicuro con te. So che mi userai ancora e ancora, ma non sei sadico, adori il piacere… mio e tuo.
Sono stata indisciplinata, lo so. Non ho obbedito sempre. Irrispettosa dei ruoli e indisponente nei toni. Cosa devo aspettarmi adesso?



Nella ricerca di un padrone, spesso il sottomesso si imbatte in parole come "depravato" o "malato". Non è un "disturbo" essere sottomessi, ma semplicemente è avere una mente cablata diversamente rispetto alla gente che si crede "normale". Forse è più facile capire il bisogno di un uomo di dominare una donna, visto che abbiamo lottato per centinaia di anni per i diritti e le libertà femminili. Proprio come una donna ha il diritto di dire di no, lei ha anche il diritto di cedere le sue scelte ad un altro, volontariamente. E' la libertà di scegliere, che mi permette di servire... è un bisogno MIO.
Ed è questo stesso diritto, la stessa sofferta libertà che mi permette di scegliere i suoi legami, il suo dominio, come la mia casa. E la mia scelta per soddisfare questo bisogno di compiacersi, sempre.



Ho trovato la mia strada, una mano per guidarmi e un posto ai tuoi piedi. 


Nelle sue mani ho trovato la mia sicurezza.
Sotto il suo controllo ho trovato la mia libertà.
Nel suo dominio ho trovato la mia casa.
Nel suo amore ho trovato il mio destino.



La scriverò sulla pelle nel caso in cui avessi bisogno di un promemoria visibile.
Lo sussurrerò fino a quando le tue orecchie possono sentire.
Ti mostrerò che il mio corpo non può funzionare senza di te.
Lo dimostrerò da qui all'eternità.
Fino a quando non saranno più necessarie parole o azioni.
La tua anima fa parte di me.
Senza ombra di dubbi.
Con fiducia.
Con certezza.


Non esiste una strada semplice da completo abbandono, non è mai tutto bianco o tutto nero. E' un viaggio, con brutti e impervi ostacoli ma anche tranquilli prati pacifici. E' bello, ma nessuno ha mai detto che sia facile.
"Brava ragazza". La frase che spesso coniano per noi "sottomessi" e sembra che sia l'ultima e la prima che bramiamo sentire. E, naturalmente, mi sforzo di essere quella brava ragazza. Ma ci sono altre parole che hanno detto a me nella vita, che significano ancora di più, molto di più, come il "per sempre" e "mio". E ci sono momenti in cui mi rendo conto, sempre più, quanto contano quelle parole.
Lui ha visto le mie debolezze, i miei difetti, il mio dolore, mi ha visto cadere a pezzi... e ora mi tiene insieme, anche nei momenti in cui non ho potuto forse essere il meglio che ho voluto e potuto essere, non importa quanto duramente ho provato. Eppure, io sono ancora, per sempre, SUA.



La mano dice: "mia", in un modo che le parole non potranno mai farlo.
Il tremito alle gambe, l'umidità tra le cosce, il sospiro tranquillo dal profondo per rispondere semplicemente "Tua".


Ho leccato,
credo di aver respirato,
rimasta senza fiato,
in gemiti e fremiti,
ho succhiato,
miagolato,
soffocato,
sbavato,
ingoiato...
Oh si!

sabato 22 dicembre 2012

Perfida ed ammaliante troia

Volo sulle pareti della mente… e non solo.
C’è una strana calma che scivola nella mia mente, quando mi condanni a pene in cui non sei attivamente coinvolto. Mi metti in un angolo e mi guardi, immobile, senza espressioni apparenti. E io, nella calma della mia mente, sono instabile con il corpo, sono una cosa che si trova in bilico su un asse posto sopra una botte arrotondata, che si muove impercettibile verso di te. E’ qualcosa che assomiglia alla preoccupazione, il mio muovermi, ma anche una specie di curiosa aggressività… e tu lo sai, sai che non riesco a rimanere immobile. Sai che le mie attese sono pene profonde… sono macigni nel cuore. Ma tu vuoi vedere dentro la mia testa, vuoi imprimere momenti di quiete, vuoi costringermi a riflettere sulle mie azioni. Ah, cosa daresti per essere una stilla di sangue che scorre dentro le mie vene e irrora il mio cervello, cercando la verità dentro di me e non solo nelle mie smorfie di attesa, E lo so, vorresti sapere se si tratta di rimorso o solo frustrazione quella che mi pervade, per non essere riuscita ad obbedire, per essere una mente in fermento e non sempre sottomessa. Vorresti sapere… sapere se mi dispiace almeno un po’.
Ti piacerebbe conoscere la mia opinione sulla punizione, vorresti sapere se funziona.
E io, in attesa di una tua parola, elenco mentalmente le cose che devo fare oggi, poi penso al sesso… inevitabilmente. E la tentazione è grande, anche in bilico. Vorrei far vagare la mano verso il mio centro pulsante, verso il cuore vitale e fremente. Vorrei giocare tra le carni calde, ma tu ancora non vuoi, lo vedo dal tuo sguardo. Cazzo, adesso vorrei che te ne andassi, vorrei rimanere sola nella stanza. Dai, su… vattene. Ma se non te ne vai, vieni qui e prendimi, usami. Sono una cagna vogliosa, pronta da usare, perché non lo vedi?
E tu, che fai invece? Rimani ancora li, a testimoniare il mio dialogo interno, ad argomentare silenzioso contro di me, arrivando a conclusioni inevitabili. Vorresti leggere i miei pensieri, dietro questo mio volto poco piacevole e sbeffeggiante, posta in un angolo come una bambina che ha messo le dita nel miele, e poi… alzo le spalle, tiro un sospiro e la voce esce piagnucolante: “Quanto mi manca? Sono stanca.”
E lui: “Lo vedi? Mi senti? Sono scivolato nella tua mente. So cosa vuoi. Implorami, e forse… dico forse… mi avrai,. Perfida ed ammaliante troia!”



Delicatamente e dolcemente cullato dalla pelle del corpo, fra le dolci lune dei seni, le sue labbra si appoggiano delicate, le dita ne sfiorano i morbidi contorni e i turgidi capezzoli, che si ergono ritti e fieri come regine in attesa del loro servo.
La lingua, con frenetica dolcezza li lambisce prostrandosi alla loro fierezza.
Lentamente la testa si abbassa e scivola con dolcezza sul corpo fremente.
Le mani mi accarezzano, seguendo d'appresso la bocca bollente, che lentamente scivola lungo il bacino a raggiungere le cosce morbide e sode.
Scende con dolcezza lungo le gambe fino a raggiungere la nervosa caviglia, a saggiarne il tenero sapore, mentre le mani si aggrappano voluttuose ai miei glutei sodi e provocanti.
Lentamente risale proiettando con la lingua la sua scia sull'altra gamba, le mani accarezzano i contorni e veloci raggiungono l'antro delle morbide labbra, sfiorandole e preparandole al passaggio della bocca che presto ne raggiunge le porte e le lambisce con lussuriosa voluttà...
Il ventre è fremente e la lingua al contatto con il duro clitoride con spavalda arroganza mostra la sua testa, pronto per farsi sfiorare con un delicato tocco di lingua...
Sento il fiume del piacere scorrere all'interno del mio corpo, un paradiso lussurioso e felice di essere attraversato da un fiero animale.
La lingua s'intrufola, scava, raccoglie il dolce nettare, si disseta.
Poi con mite dolcezza e candida lentezza penetra all'interno per esplorarne la via.
Appoggio le mani sul suo capo, premono affichè non smetta di lambire la strada infuocata e ne esplori ogni recondito passaggio
Docile e mansueta, senza farsi pregare, la piccola esploratrice esegue i passaggi assaporando i frutti copiosi che crescono e scendono lungo le carni tremule.
Un fremito ed un gemito profondo scuotono il corpo, in un lungo appassionato orgasmo che colpisce la lingua rendendola felice e gioiosa per l'esplosione di piacere donatole.
Politici parassiti!" Paola pronuncio' prepotente.
Piero piegato precariamente, plano' podalico proclamando parole pestifere.
"Paola, porca puttana, parlare... Politici, poi... Pescavo placido, permeandoti periplo pelle pregna profumi..."
"Pensavo platealmente. Pochi pertugi parvon puliti, possono pure prendere, pretendere... Pisceranno pieta'..."
"Paola... politici, potere. Pretendo proporre prosaico pene, permeando pertugi. Poniti porca! Pensa proibito...Plaudi penis."
Puntava piano, Piero, premendo placido, privandole piaceri più profondi. Piero poteva ponderare, premere, pigiare... pioniere policromo pacato, perenne promotore placidi preliminari. Paola pretendendo peggiori pressioni, piegandosi, propose pertugio più prelibato. Piero poderoso prese possesso: "Pertugio prelibato... Patria, poni parcella pure per privati piaceri?"
Paola proclamo': "Proveremo piacere pagando!"

Un vero uomo ama una donna con qualsiasi forma del corpo.
Più precisamente, un vero uomo ama una donna per la donna che è, al di là della sua forma.

Non era una donna da scartare, ma realizzata. Sembrava ferita e malconcia, a volte, o per lo meno usata.
Ma questo era il punto. Lei non era stata utilizzata, ma utile. Aveva servito i suoi bisogni, il suo piacere e il suo desiderio. L'apice di tutto scritto ovunque.
Sul suo corpo, in cui aveva lasciato così tanti segni e in tanti modi che la fecero rabbrividire al ricordo.
Nel suo cuore, dove le sue parole, avevano lasciato tracce incandescenti.
Nella sua anima, che aveva riempito fino a farla traboccare.
Quel mattino sorrise alle prime luci del sole, sola nella sua camera. E lasciò che indugiasse quel sorriso, la metteva di buon umore, le piacevano le prime luci del mattino, le vedeva filtrare dalle persiane e pensava al nuovo giorno. Un nuovo giorno da vivere.
Ed erano suoi quei momenti, istanti da vivere in solitudine prima che il mondo iniziasse a girarle attorno e viceversa. Adorava quel vuoto così pieno, bisognosa di averlo di nuovo vicino e soddisfatta della notte appena conclusa con lui, nel dolore e piacere più deliziosi.
Presto sarebbe tornata a strisciare in ginocchio, dimostrando la sua forza e la suo gioia.
Per il momento, si cullava nelle sensazioni delle sue ultime carezze e del leggero tocco del calore del sole.

Le mani hanno preparato la strada, entrando a violare quello che con urgenza chiedeva di essere posseduto. La tua voce vibra nel mio orecchio, fremiti si spandono fino al midollo, un flusso continuo, fino a liberare la mia voglia di te. Il primo orgasmo, veloce e intenso mi libera, da il via a tutto il corpo, la mente concentrata sulle tue parole. Il cuore accelera, mentre il primo colpo arriva sulla natica, ti ringrazio mentalmente e supplico "ancora". Altri nove colpi, il culo inizia a bruciare, ancora fremiti, ancora il pulsare vigoroso della figa, che si prende il suo godimento. In ginocchio, ai tuoi piedi, attendo qualche istante. La schiena libera, in offerta a te. E i colpi arrivano, inesorabili, uno dopo l'altro. "Ti ringrazio padrone, ne voglio ancora". Invece no, ti prendi il tuo tempo, sei attorno a me, scruti e sfiori la tua cagna. "Prendimi padrone, ho voglia di te." Adesso ti sto offrendo il culo, vogliosa di essere posseduta, come una puttana, la tua puttana. Mi raggiungi, mi penetri con le dita, scavi nelle mie viscere con la mano, ti prendi gioco della tua troia, che gode ancora inesorabilmente. I miei gemiti intensi eccitano anche te, mi presenti il tuo cazzo, vigoroso e possente. Mi scopi la bocca, padrone delle mie carni, vuoi tutto della tua troia. Affondi dentro la mia gola, più volte, mentre le mani finiscono tra le labbra della figa. Mentre godi dentro la mia bocca, io godo con te, di nuovo, un fiume incessante di voglie... di voglia di te. Grazie Padrone, ti amo.


Chiunque sarebbe capace di calpestare uno zerbino...
... ci vuole una persona speciale per sottomettere una persona intelligente e forte.


Mi inginocchio perché voglio, perché ne ho bisogno. Non perché mi viene ordinato o perché sono obbediente. Mi inginocchio per rispetto, per mostrare la mia resa, osservo le regole perché fanno parte del mio desiderio di piacere a colui che le pone, non perché mi fa seguire ciecamente gli ordini. Grazie Master Unico, ti amo
Il mio punto debole è che hai trovato i miei punti deboli, portandomi in ginocchio e trasformandoli in punti di forza. Ti amo padrone.





Amo l'uomo "post-it" e brindo con la coca-cola... Embè? Qualcuno ha da ridire????


Una parola, una sola parola e sono pronta.
Come un sussurro al mio orecchio, entri nella mia mente e sono con te.
Non sono parole dolci, oh no.
Sono parole che spingono dentro di me, aprendo la mia mente e il mio corpo.
Sono idee, promesse e poi certezze.
Così, facilmente, schiudo le cosce.
Sondo le mie voglie, lentamente… poi più veloce e profondo, come se cercassi di raggiungere il centro della terra e scoprirne il calore e le sue meraviglie.
Ogni sillaba preme contro il mio orecchio, graffia i miei sensi, più di unghie sulla pelle, più penetranti di un fallo rigido nella carne calda.
E poi il colpo arriva, il segno si imprime, la pelle si colora… ancora un colpo, e poi un altro e un altro ancora. Grazie padrone.
Il fuoco si spande, incendia la mia pelle e ogni parola diventa la più dolce che io abbia mai sentito.
Le labbra secche, il respiro irregolare… ansimo il mio piacere, canto la mia melodia, volo ad ogni spinta, ad ogni pressione arrivo più in alto.
Ancora la sua voce, poi un gemito… e le parole continuano a scorrere, in una marea montante.
La mente più avanti del corpo, mi tieni in bilico, persistente, in attesa.
Poi taci, di colpo e il mio corpo vibra, il silenzio mi spinge oltre il bordo e nel silenzio grida il mio orgasmo, dolce e glorioso piacere che scorre fluido fra le gambe.
Piacere da assaporare, da leccare e far godere anche la bocca del tuo fantastico amore.
Ti amo padrone.



Voglio la pelle come una tela.
Voglio sentire il morso del dolore
La pelle pulsare e vibrare
Voglio i segni della proprietà
Sfumature dal roseo al rosso
Come colpi di vernice
Sulla mia pelle
Nella mia anima
Sul mio cuore
Con vigore
E poi amami
Con delicato ardore

sabato 27 ottobre 2012

Non è sempre fuoco. 
a volte è solo il calore. 
Ed è quella sensazione di sicurezza e di "casa" 
che trovo fra le tue braccia. 
Un posto a cui appartengo...
si sta costruendo, delineando,
come i pezzi di un puzzle
che erano destinati a stare insieme.
Devo solo respirare...
Devo solo essere...
Devo solo credere...
Ad un sol cuore...
Ad una sola mente...
Ad una sola anima.
Insieme...
Istanti che uniti diventano...Vita.





(Un grazie ad Andreina per la grafica)

mercoledì 24 ottobre 2012

Lettera alla mia sottomessa.
Le tue insicurezze principali sono sempre il fisico? E 'il tuo stomaco, i piedi, le gambe, il naso, le guance? C'è sempre qualcosa di te che non ti piace, e che inizia a lampeggiare di rosso nell'istante in cui tenti un'imboscata a uno specchio? Lo so, me lo immagino. 
E' tutto quello che riesci a vedere, e non ti importa quanto sembra buono il resto. 
Lo so come ti senti, pensi di essere il ritratto del volto più coerente nel mezzo di un dipinto di Picasso o un frutto marcio nel bel mezzo di una tempesta di colori senza senso di un dipinto astratto.
Cazzo, non puoi sbarazzarti di quel naso! Dai su, il resto del viso non è così male... Certo che un volto senza naso non può esistere... ma veramente pensi a questa stronzata di un volto senza un pezzo? No, davvero, sei ridicola.
E naturalmente ci sono anche gli aspetti mentali, non sei un fan nemmeno di quelli, lo so. Ma sono in te... cazzo... ci sono. 
Sono quegli stati che potresti pensare di nascondere al pubblico consumo di chi ti passa accanto, che tenti di seppellire in stati d'animo di effusioni inconsulte, brutti scherzi della mente che speri di nascondere con sorrisi vincenti. Smettila!
Ricordati che ognuno di noi ha insicurezze, perché questo è il modo in cui funziona la società. Si abbattono le cose che pensi ti rendano forti e si lasciano esposte le proprie debolezze... per cosa? Per essere derisi? O compatiti?
La parte peggiore è che tu li aiuti, tieni cosi nascosti i tuoi punti di forza, che e' ovvio poi... è ovvio che si sentono in dovere di denigrarti. Ma non potresti dire una volta soltanto una bella parola che scarichi tutta quella tensione che accumuli? 
Non ti piacerebbe dire: “FOTTITI”... senti che bella parola, senti che suono stupendo sulle labbra... E un consiglio: specchiati quando lo dici. 
Si, specchiati e cambia atteggiamento.
Sei bellissima. Sei ossessionata da quella minuscola macchia sul tuo viso da così tanto tempo che hai perso il senso delle cose vere. Non ti rendi conto che è a causa di quel piccolo difetto che il tuo viso funziona? O del corpo che a te appare sgraziato e tozzo che ti fa sembrare bella? 
Non ti rendi conto che la tua abitudine di fare scherzi stupidi al momento sbagliato è la ragione per cui qualcuno ti ama tutti i giorni. Basta! Lascia andare tutto il tuo malessere. Prenditi un momento, pensa per un secondo, e poi lasciati andare.
La cosa più grande che io abbia mai fatto è metterti sulla mia corsia preferenziale.
Mi piace chiamarti puttana poi baciarti il naso, adoro il tuo culo e come diventa rosso con le mie mani, mi piace rivestire il tuo stomaco di cera colorata e dipingere la tua pelle alla mia maniera, creando rivoli di colore... e l'insieme diventa la cosa più bella che io abbia mai visto.
E più ti ostini sui tuoi difetti, più ti ossessiono con le mie attenzioni, e francamente mia cara, la mia ossessione è più potente della tua!
E riguardo alle mie insicurezze? Le hai soffiate via tutte nell'istante in cui mi hai chiamato Padrone e quando fai esattamente quello che ti dico di fare.
Perché mai, una creatura bella come te, eseguirà i miei ordini se non sono degni di essa?
Tu mi hai reso degno di possederti, io ti rendo bella ed è tutto molto naturale... non credi?
Perchè continui a far sanguinare la tua mente come un acquerello sbiadito?
Il tuo interno sempre in turbolenza, le tue tempeste come seghe mentali, prendo anche quelle, sai? 
Lasciati abbracciare, rilassati sulla mia spalla. Vedrai che quelle brutte parole che si affollano nella tua mente spariranno, diverranno solo suoni e prima ancora che spunteranno sulle labbra, diverranno vuote, perchè tu sei con me, niente altro conta.
La mia fisicità, la mia presenza, ti sarà d'aiuto, forse adesso non riesci a capirlo... ma si può capire una magia?
Non è qualcosa che può essere contenuto, non può essere espresso in parole, ancora, e per quanto tu vuoi che non accada, per quanto tu vuoi evitarlo, per quanto tu ancora non lo concepisci... tu mi ami.
E i problemi che credi che ci siano? Sono piccoli ostacoli che con me supererai. La mia forza dominante non e' solo prenderti sul ciglio della strada, o sul sedile posteriore di un auto, se è questo che pensi... 
Io avrò cura di te come un protettore, un accompagnatore, un amante... un Uomo... e se un muro ci sarà, lo avrò costruito io attorno a te, per mantenere le cose brutte al di fuori.
Permettimi quindi di lavare via i tuoi problemi con le mie braccia intorno a te. Voglio eliminare il male con piccoli baci sul tuo viso. Lasciati inondare di amore, con me stesso, con le mie braccia, con le gambe, il petto, e fai traboccare tutto in testa, non ci sarà più spazio per il malessere.
E il sesso? Mi chiedi del sesso?
Il sesso riempie un vuoto, e porta la vita in forte rilievo. Crea i trascendentali momenti sconvolgenti del mondo, dove letteralmente smetti di pensare per la prima volta alla tua vita del cazzo (lo pensi solo tu che sia una vita del cazzo), e sono finalmente in grado di entrare nei tuoi pensieri con chiarezza, di sapere in realtà ciò che significa per te la chiarezza. 
E' il tempo della nostra vita, vera... può essere viziosa come l'inferno, o delicata come il paradiso... in ogni maniera il sesso è buono. Il sesso è fantastico.
Ma non è mai quello che mi manca di più. E 'incredibile, davvero, ma non è quello che sento più acutamente quando non ci sei, o quando tu non ci sei ancora, assorta nei tuoi pensieri, anche se sei presente. Non si tratta di me... che voglio riempirti di me, per essere in te, e di godere di quella sensazione più di ogni altra cosa che abbia mai sperimentato finora. Si tratta di tutti gli altri momenti, degli istanti in mezzo ai secondi, della carica prima della battaglia.
Si tratta di coccole davanti alla televisione, ridere insieme alle coglionerie che trasmettono per creare ascolti. 
Si tratta di cucinare insieme, o anche da soli, finché si mangerà uno di fronte all'altro a tavola. 
Si tratta del momento in cui ci si perde in una città sconosciuta alla ricerca di quel luogo che vogliamo vedere assieme o di un Sushi che è assolutamente necessario per me fartelo provare, visto che non lo hai mai provato. 
Si tratta di quei momenti, INSIEME, che contano di più. Sono quelli che mi mancano più acutamente, quelli per cui lavoro.
Perché sono quelli che formano la relazione. Questa è la vita, nelle piccole cose. 
Il sesso? Si anche, è un istinto primordiale, ci da la possibilità di respirare i nostri desideri, e di respirarci l'un l'altro. Si, cazzo, e poi si vive. Il sesso è una pausa della vita, mentre il resto del tempo si vive.
Mentre ci ossessioniamo con il sesso, le fruste, le sculacciate, i plug e le gag... e sono solo esercizi cerebrali, ci tengono impegnata la mente oltre che il corpo... VERO?
Siamo attratti l'uno dall'altro a causa dei modi in cui la nostra mente funziona quando si tratta di sesso, e quindi è proprio perché le cose che vogliamo sono guidati dal lato mentale che possiamo godere così tanto nel fisico.
E' per questo che posso dirti di vestire come una puttana, e tu godere di tutto questo.
E, oggettivamente, ti senti al sicuro in quello spazio mentale che abbiamo creato tra di noi, e mi va bene. 
Possiamo godere e prosperare nel sesso. È possibile assaporare l'atmosfera delle calze a rete, dei tacchi o del lattice, o della pelle, o delle gonne ridicolmente corte, puoi farmi scrivere cose oscene sulla tua pelle e mi eccita pensare di poter tracciare quelle lettere con le mie dita. 
Insieme siamo potenze intellettuali, ci limitiamo a chiudere le porte e viverci come maestri di scacchi, entrambi con potere decisionale... io con i miei ordini da padrone e tu con la tua volontaria resa... con le fruste e la pelle. Siamo i nerd del sesso, e non è non mai troppo. Siamo ossessionati dalle piccole cose, e anneghiamo in un mare di beatitudine quando si tratta di quelle più grandi. Le cose che sono negative in altre relazioni, in altri contesti, nella nostra si trasformano in qualcosa di bello e liberatorio.
Posso chiamarti puttana, o troia, o cagna, perché sappiamo entrambi cosa voglio dire, e insieme godiamo la perversione di quella parola che era già una perversione essa stessa. Siamo una danza delicata racchiusa in uno strato delizioso di masochismo, sadismo e depravazione.
Ti sculaccio perché ti piace, ma anche perché se non ti sculaccio non comprendi al massimo quello che voglio e pretendo da te. 
Siamo abbastanza adulti da attingere a queste azioni perverse e trasformarle in sentimenti... e quando dico che “Ti amo”... non esprimo una frase fatta per colpirti nell'animo, ma la esprimo con sincerità, perchè ti arrivi al cuore.
Cazzo, quanto ho parlato!
E' arrivato tutto???
A presto Amore.

lunedì 22 ottobre 2012

Tanto per ricordare...

Chi sono? Una Donna!
Non mostro facilmente i miei sentimenti,
ma ne sono piena,
spesso soffro in silenzio ,
anche se indosso facilmente il mio sorriso.
Il blog è dedicato al mio Uomo e Padrone.
Le foto sono prese da internet, se qualcuno ne riconosce i diritti e proprietà è pregato di scrivermi in privato, le foto saranno subito rimosse.
Gli scritti sono di mia proprietà, ove non indicato la fonte, e sono coperti da copyrigth.

domenica 21 ottobre 2012

Eva

“Signorina Eva, può venire nel mio ufficio, per favore.” la voce dall'interfono la scosse dai suoi pensieri.
Stava alzandosi quando se lo ritrovò alla porta del suo ufficio, lavorava per Roberto da poco meno di un mese, sembrava che fin'ora non avesse mai fatto niente di buono, sempre a redarguirla. La riempiva di lavoro, le chiedeva continuamente di confermare e prendere appuntamenti, di digitare rapporti e recensioni... lei era sempre in ritardo ed ogni scusa
 era buona per uscire prima dal lavoro, insomma non era quel che si diceva un rapporto di lavoro tranquillo.
“Signorina Eva, sveglia! Si accomodi nel mio ufficio.” tuonò ancora.

venerdì 19 ottobre 2012

Non riesco a dormire, i pensieri si affollano nella mente, furiosi e consueti...come sempre inesorabili.
Penso al tocco delle tue mani, il loro calore, la pelle si imperla e brilla nella notte illuminata dal nostro spicchio di luna.
Immagino i tuoi occhi mentre mi abbracci, sono al sicuro tra le tue membra possenti, la tua stretta aumenta....ed arriva il primo contatto delle labbra.
Potrebbe essere appena l'inizio di una notte tutta Nostra.
Un sottomesso forte e intelligente apprezza una dominazione altrettanto forte e intelligente.
Nel caso di una donna….forte, indipendente e talentuosa…..la fame di un dominante e’ ancora piu’ pretenziosa: deve scopare la sua mente prima di toccare il suo corpo.
Questa donna ha bisogno di un uomo che la rispetti, ma che assuma un ruolo dominante in modo da sentire le sue mani attraverso le parole: la sua voce deve essere una istituzione.
Questa donna e’ in grado di donarsi completamente all’uomo che meriti fiducia, ha fame di donarsi e le sfide non le fanno paura.
Il vero amore e' vasto come il cielo,
profondo come l'oceano,
immenso come l'universo...
...e io volo quando amo,
perché tu mi dai le ali per nutrire il mio spirito,
sei speciale, sei unico.
Quanto più ti amo tanto più perdo una parte di me,
eppure non divento meno di quello che sono,
tu mi completi, possiedi la mia mente e il mio spirito,
mi rendi vulnerabile e forte insieme.
Non riesco a descrivere altro con le parole, 


so solamente che le sensazioni che provo quando ti sono vicino 


sono dannatamente meravigliose.

domenica 14 ottobre 2012

BUONA DOMENICA

Ignorò la preoccupazione sul mio volto, mentre aleggiava la rotella sul mio capezzolo, lasciando che il freddo del metallo mi colpisse a raggiera, in ondate di brividi a fior di pelle.
Lo stesso capezzolo sembrava quasi impaziente, impulsi lo fecero gonfiare e irrigidire, tradendo la mia mente.
Sembrava opportunamente terribile, lo stesso nome... rotella di Whartenberg...uno strumento di tortura che mi sembrava inopportuno per il mio piacere.
Morsi le labbra nel guardarlo, i miei occhi incollati a quelle punte che sembravano spilli, non ero libera di muovermi... i polsi imprigionati al letto da una fredda morsa metallica, inutile tentare di ritrarsi... chissà perché pensai all'arrosto che avevo lasciato nel forno, alle nostre domeniche e ai pranzi in compagnia di parenti ignari della nostra perversione.
Mentre la rotella premeva e girava attorno al capezzolo, l'altra sua mano stringeva l'altro seno, la pressione che imprimeva in aumento, uscì un lamento tentando di sottrarmi, sforzi inutili visto che lui si era seduto sul mio corpo, il suo membro rigido si faceva strada tra le cosce umide e calde.
Lasciò scorrere di nuovo la rotella attorno al capezzolo, lasciando puntini nel suo scorrere sul mio corpo, visibili per alcuni secondi, poi scomparsi come non fossero mai esistiti.
Il capezzolo sempre più duro, traditore... pugnalata in casa propria... eccitata mentre lui si muoveva tra le mie cosce, senza penetrarmi, trovando il clitoride duro e gonfio.
Gridai di dolore e piacere, la rotella schiacciava il capezzolo e tra le mie gambe l'orgasmo si faceva strada colando umori indecentemente.