sabato 22 dicembre 2012

Perfida ed ammaliante troia

Volo sulle pareti della mente… e non solo.
C’è una strana calma che scivola nella mia mente, quando mi condanni a pene in cui non sei attivamente coinvolto. Mi metti in un angolo e mi guardi, immobile, senza espressioni apparenti. E io, nella calma della mia mente, sono instabile con il corpo, sono una cosa che si trova in bilico su un asse posto sopra una botte arrotondata, che si muove impercettibile verso di te. E’ qualcosa che assomiglia alla preoccupazione, il mio muovermi, ma anche una specie di curiosa aggressività… e tu lo sai, sai che non riesco a rimanere immobile. Sai che le mie attese sono pene profonde… sono macigni nel cuore. Ma tu vuoi vedere dentro la mia testa, vuoi imprimere momenti di quiete, vuoi costringermi a riflettere sulle mie azioni. Ah, cosa daresti per essere una stilla di sangue che scorre dentro le mie vene e irrora il mio cervello, cercando la verità dentro di me e non solo nelle mie smorfie di attesa, E lo so, vorresti sapere se si tratta di rimorso o solo frustrazione quella che mi pervade, per non essere riuscita ad obbedire, per essere una mente in fermento e non sempre sottomessa. Vorresti sapere… sapere se mi dispiace almeno un po’.
Ti piacerebbe conoscere la mia opinione sulla punizione, vorresti sapere se funziona.
E io, in attesa di una tua parola, elenco mentalmente le cose che devo fare oggi, poi penso al sesso… inevitabilmente. E la tentazione è grande, anche in bilico. Vorrei far vagare la mano verso il mio centro pulsante, verso il cuore vitale e fremente. Vorrei giocare tra le carni calde, ma tu ancora non vuoi, lo vedo dal tuo sguardo. Cazzo, adesso vorrei che te ne andassi, vorrei rimanere sola nella stanza. Dai, su… vattene. Ma se non te ne vai, vieni qui e prendimi, usami. Sono una cagna vogliosa, pronta da usare, perché non lo vedi?
E tu, che fai invece? Rimani ancora li, a testimoniare il mio dialogo interno, ad argomentare silenzioso contro di me, arrivando a conclusioni inevitabili. Vorresti leggere i miei pensieri, dietro questo mio volto poco piacevole e sbeffeggiante, posta in un angolo come una bambina che ha messo le dita nel miele, e poi… alzo le spalle, tiro un sospiro e la voce esce piagnucolante: “Quanto mi manca? Sono stanca.”
E lui: “Lo vedi? Mi senti? Sono scivolato nella tua mente. So cosa vuoi. Implorami, e forse… dico forse… mi avrai,. Perfida ed ammaliante troia!”



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