sabato 22 giugno 2013



Voglio i colori nei sogni
il sorriso di un anima innocente
la libertà di un bambino che gioca
la freschezza di riccioli ribelli
la maschera di un trucco che ride
un paio di scarpe con cui camminare
senza che stringano troppo
e viaggiare sulle ali della fantasia
assieme a palloncini policromi
a tenermi compagnia.
Buonanotte, con il calore di un sorriso giocoso.

Io esisto 
nel chiaro di luna 
tra le costellazioni di un sogno
alla deriva di un isola
nei respiri che prendo
tra i sospiri febbrili
negli attimi fuggenti
sulle ali del vento
nelle parole rincorse
tra i sussurri in cui inciampo
tra le tue dita che marchiano
nelle tue corde che legano
sospesa nel nulla
di un oceano infinito
dal nome desiderio.

Io sono qui



Nel silenzio la luce cade
attraversa la pelle
una voragine che si apre
un luogo dove vivono i segreti
respirano a pieni polmoni
la libertà di un volo pindarico
si espandono ad ogni secondo
saltano vivi tra acqua e carne
tra viscere e lamenti
di una Donna che ama.


il mondo è immobile, 
silenzioso, 
trattieni il respiro. 
i tuoi occhi guardano in alto, 
ipnotizzati da luci brillanti 
sospese su, nel cielo oscuro. 
Tutto il mondo
ci stava guardando,
ma io,
stavo guardando te.

Mi piacerebbe baciarti
imprimere le mie labbra ciliegia
sulla pelle infuocata dal sole
in quest'inizio d'estate
che ci ha fatto incontrare
come piccoli promemoria
per ricordarti che esisto.
Il tuo sorriso è un elisir. Ogni tocco di una defibrillazione. I tuoi pensieri un antidoto. Ogni sguardo un rimedio. La tua risata una panacea.
(dal web)

Passeggio nei tuoi silenzi

Invado il tuo spazio
le mani ti cercano
movimenti sottili
l'intreccio di dita
un tocco lieve
per ascoltare
la tua pelle.
Ho sempre questa cazzo di abitudine di dire le cose come stanno, provassi a fingere un po', o abbozzare, o limitarmi a ricambiare quello che mi offrono... potrei vivere molto meglio.
Mani come respiro che si imprime, 
caldo vapore che si scioglie su pelle infuocata. 
Brillano scintille di piacere, 
in gocce di sudore che ricoprono il corpo. 
Scivolano in rivoli lussuriosi, 
lambiscono le colline di un petto ansante, 
mentre la lingua riarsa corre a suggere, 
avida di sapori che sfamano l'anima.
E se non ci fossero parole?
Cosa ci rimarrebbe?
Lo sguardo? Si, esatto.
E poi?
Riusciresti mai a comprendere quello che penso? 
Solo guardandomi negli occhi?
Riusciresti mai a capire quello che desidero?
Sai che c'è?
Adesso chiudo gli occhi.
Ma tu guardami.
Ascolta il mio silenzio.
E fammi capire che mi vuoi.
Una carezza data a metà
per timore 
di non sopportare 
un'assenza.
Una carezza lieve
a fior di pelle
per non imprimere
il calore.
Una carezza sussurrata
meditata
per non assuefarsi.
Una droga da evitare.
Una carezza...
Nota delicata
di un tocco silenzioso
che parla

Lei: Sai fare i nodi?
Io: Si, quelli delle scarpe da tennis!


Entro, lascio le scarpe vicino alla porta
Mi siedo sul letto, perfettamente disfatto
Segno di un giorno già consumato
Di un'insaziabile fame
Le spalle erette, a guardare te
Gli occhi si spostano, in basso
Meriti di essere assaggiato
Morsi d'amore
Dove il tuo c...uore freme e oscilla
Impulsi su per la gola
Provo a parlare
"Taci..." mi dici. "Taci ora."
Le parole sono d'intralcio
Hai ragione
Taccio
Mi tendo ad esso
Chiudo gli occhi
Quello che voglio
E' lì, davanti a me
Ci saranno momenti per parlare
Ora è il momento di amare
Nel silenzio
Dove solo il cuore martella
Unico suono in questa notte
Necessariamente nostra
E il mondo fuori.
A volte pensi di avere degli amici, invece scopri che esiste anche l'odio, l'acredine, l'invidia, la gelosia, la poca coerenza tra quello che si dice e quello che si fa. Così mi siedo, guardo, leggo, scrivo e penso a quanto sono "piccole" certe persone. Io sarò anche un po' folle (mi hanno riferito anche un'altra cosa pochi giorni fa, sul mio conto, di quello che vanno dicendo... ho sorriso), ma credo di essere una delle persone più vere e concrete che si trovano qui sopra, in questo "circo mediatico" (lo definirei anche opera buffa) dove tutti vogliono apparire.
Sono questi i momenti in cui mi sento piena di ME stessa, il mio ego ne risente positivamente. Grazie, continuate pure a parlare di Me, probabilmente sono un esempio da cui attingere.
Autostima a mille!!!
(Qualcuno dirà: era ora)

Lui è il sole e tutto quello che voglio è evaporare sotto di Lui!

Grandi conquiste e grandi amori implicano grandi rischi!

Che cosa dice una stringa legata indissolubilmente ad un corpo? Che amore del cappio!


Liberami
Porta i miei versi con te
lasciali sfogare
dai voce ai miei pensieri
dai fiato ai miei lamenti.

Di notte
Vorrei raggiungere la luna
afferrarne un lembo
coprirmi con la sua luce
eterea e calda.

Di giorno
Vorrei vivere di colori
dei cremisi dei tramonti
dei rosati delle albe
degli azzurri del cielo

Ecco
Spesso è grigio
è buio, è nero,
non c'è tono che tenga
per la mia anima oscura.


Si commettono errori, la gente ti fa del male, tu fai del male (forse) e non sai come fare le cose per bene.
Così inizi a scrivere poesie d'amore, o poesie innocenti, o poesie sul dolore e le reciti nella tua testa quando inizi a sentirti solo per tutto il tempo. Tenti di scrivere qualcosa su quello che senti, ma non puoi, perché la solitudine è il vuoto e non ci sono parole per descrivere niente di niente.
Si inizia a avere paura, perché pensi di aver perso la voce e ti strozzi quando cerchi di parlare, non ci sono idee in testa
E' come se piovesse... tra i capelli, sulle mani, sul corpo e ogni ombrello che tenti di aprire è rotto, tutto quello che vuoi è un colpo di sole, il calore, ma le nuvole sono rigide e statiche, vedi tutto grigio quando chiudi gli occhi e sai che non sarai mai di nuovo caldo.
Crolli su te stesso, ti pieghi, diventa difficile respirare e quando sei sul punto di cadere, ritorna la forza. Prendi in mano la penna (o pigi sulla tastiera) e ti rendi conto che, improvvisamente, hai qualcosa da dire. Inspiri ed espiri, le parole si susseguono calde, i versi si forgiano vivi e la pioggia si trasforma in inchiostro.
E’ li che inizi a sentire di aver creato qualcosa di bello.


Gemo e piango.
E' il suono di un amplesso
di un amore fugace
di un desiderio che incombe
come mannaia
sul mio petto ansante.
Pascolano le dita
su pelle arsa
le labbra inseguono
una scia che idrata
che arriva al fulcro
di un cuore che pulsa

Vivo gli istanti
ne afferro i colori
spremo parole
invoco gli ardori
... è facile poi macchiare 
di inchiostro un foglio
il bianco mi annoia
il bianco è vuoto
il bianco è candido
e a me le cose candide non piacciono!

Nessuna sfumatura
Il bene o il male
Il buio e la luce
Tutto ciò che vuoi
Ogni giorno, ogni notte
Posso essere tutto e niente
Soddisfare i tuoi bisogni
Esaudire ogni tuo desiderio
Posso estinguere ogni arsura
O incendiare la tua anima
La tua amante
La tua puttana
La tua cagna
Quale vuoi che sia oggi?
Come mi vedi?
Cattiva o buona
Bella o brutta
Piccante o dolce
Cosa vuoi scegliere?
Incontrerò le tue esigenze
Sono qui per servirti
Il giocattolo per i tuoi vizi
E quando hai finito
Mi limito a scivolare via
Non posso rimanere al tuo fianco
Per nessun altro mi inginocchio
Nessun altro chiamo padrone
Non supplico nessun altro che te
Io sono solo io e tu sei con me
I regali che mi elargisci
Sono pillole di benessere
Che sento e che mostro
Anche se spesso mi chiedo
Merito questo?
Merito le tue azioni e le tue parole?
Vorrei immergermi nell'oceano
sprofondare nell'azzurro infinito
di acque cristalline e pure
per riemergere pulita
pronta a farmi accarezzare
dal calore del mio amato sole.

Mi piace rotolare sui fianchi
nello spazio del mio letto
dove nessuno è con me
e gemo tra le ombre
dove le tue labbra 
dovrebbero essere.
Il vuoto mi inghiotte
e non è vuoto
ho le mie braccia
che diventano le tue
per fare l'amore
con il tuo fantasma.

Io sono nessuno



Io sono nessuno! Tu chi sei?
Sei nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce!

Che grande peso essere qualcuno!
Così volgare - come una rana,
che gracida il tuo nome - tutto giugno
ad un pantano in estasi di lei!

(Emiliy Dickinson)

Una relazione è come un intervento a cuore aperto, è tutto esposto.

Qualche tempo fa scrissi questa cosa:
"Indecisa tra la vita e la morte, passo le mie notti a guardare le ombre. Sola, in questo letto che sta diventando la mia tomba, continuo a pensare a questa cazzo di vita, che si trascina lenta nelle attese. Allungo le mani sull'altro lato del letto e trovo il deserto. È una morte lenta, che mi preme sul petto, un peso che non sopporto. Vorrei andarmene, risolvere per sempre i miei problemi, finire nella cenere, in balia di un alito di vento, in modo da sparire completamente. Sommersa dai pensieri, la mente è al limite, rasento la pazzia. Perché non torna la luce? Perché non riesco a chiudere gli occhi? C'e il vuoto attorno a me, un vuoto che opprime e queste lacrime che non finiscono mai. Ingoio il mio respiro, soffoco il mio dolore con inutili storie, nessuno mai potrà togliere questo manto oscuro."
Oggi non sono nelle stesse condizioni, ho fatto un grosso passo in avanti, anche se quella sensazione di vuoto attorno a me ogni tanto si fa sentire.
Ecco, stasera respiro il mio vuoto, nel silenzio ascolto il mio respiro, mi colmo di Me. Meglio il vuoto che il pieno di nulla.
Spingo via anche l'Amore, non ci voglio pensare.
Voglio rimanere sola,con Me, a pensare. La notte sarà lunga,sò già che conterò tutte le ore.
Stasera ho capito che a volte le persone sono stupide, mi ci metto anch'io tra queste. Ho sbagliato, e molto, nella mia vita, stupidamente. Ho perdonato, stupidamente, forse era meglio non farlo. Ho tentato un riavvicinamento nel dolore di una perdita, stupidamente ci ho provato, testimoni mio figlio e mia madre, ma la morte e' una cosa che non si tocca, ho rispetto per i miei cari e non poteva continuare a infangare il nome di persone che non ci sono più. Evidentemente non sono tutti come me, visto che mi sono sentita dire che la mia sofferenza non conta un cazzo... "non hai il suo stesso sangue" mi ha detto... inutile rispondere che ognuno sente il proprio di dolore, da persona stupida non lo avrebbe capito. "hai premeditato e progettato, sei stata tu" le altre parole... Spero si fosse fumata qualcosa di buono! So che la persona che me lo ha detto ha la bocca come una fogna, posso provare solo compassione per lei, più di quello non può dare, ha una mente troppo piccola e grezza. Lei non potrà leggere queste parole e nessuno potrà riportargliele. Spero solo che con la forza del pensiero gli arrivi un sentito vaffanculo come un sonoro ceffone!
(Dicono che scrivere è terapeutico... Condividere ancora di più

sabato 8 giugno 2013

Lo sfogatoio 07 giugno 2013


Non dormo, gli occhi non si chiudono. E pensare che poco prima di entrare in camera, ero li, davanti al pc, che sbadigliavo. Come entro qui dentro, il sonno sparisce, magicamente. Nemmeno la ninna nanna funziona più come prima. 
Devo scrivere, serve uno sfogo ai miei pensieri. 
E oggi che mi invento? Lo sfogatoio! Mi libero dei pensieri che non voglio portare con me nel sonno. 
Hai presente quando uno si toglie i pantaloni la sera? E svuota le tasche di quello che si è accumulato durante tutta la giornata? Quello si chiama lo svuotatasche.
Io da oggi ho lo sfogatoio, svuoto le tasche della mia mente e mi sfogo alla mia maniera: scrivo, vomito parole. Non il solito libro, o le solite poesie, o i racconti che la mia mente fervida partoriscono. Ma quelle cosette da accantonare, i mostri da uccidere.
Ne ho un paio, oggi, che pesano particolarmente. Prima di tutto quelle stramaledette lacrime che non finiscono mai, hanno una fonte inesauribile. Ne ho riempita una bustina e l'ho appoggiata sul comodino, sopra il libro che non apro da un po'. Dicono che piangere fa diventare gli occhi belli, io vedo solo occhiaie (quindi, per favore Biianca, smettila).
Vicino alle lacrime c'è il mio cuore, non mi meraviglia essermelo ritrovato in testa, batte così forte che è ovunque. Mentalmente, adesso, è vicino al sacchetto con le lacrime, ma continuo a sentire quel tonfo assordante che batte nel mio petto. Impossibile staccarlo da me, lascio che il silenzio mi avvolga e lo ascolto acquietarsi, non è un mostro, è solo Amore... Tze... Quisquilie!
Assieme alle lacrime e al cuore, c'è la parola "inadeguata", pure quella adesso è li che mi guarda tra le ombre, la spernacchio un po', mi sorride indisponente, le strizzo l'occhio.
Mi sembra di non avere altro che mi pesa, per il momento, ma nella notte tutto può succedere, basta l'ombra di quell'incubo che ogni tanto si affaccia.
Allora guardo il soffitto, conto le linee delle persiane che si rispecchiano tra ombre e luci, fuori, sul mio giardino, il lampione manda una luce tutt'altro che tenue e ne imprime il disegno (ogni tanto provo a svitare la lampada,ma quel poveretto addetto ai controlli, continua a non farsi i cazzi suoi).
Una zanzara mi svolazza attorno, Ugo se la dorme russando, chiudo gli occhi e ascolto il mio respiro.
Grazie sfogatoio, stò meglio!


Cremisi 
macchie di sangue
scendono sulle cosce
nausea crescente 
gola secca

Stringe con la mano il ventre
persa in una preghiera
quando si apre il cielo
e vomita il suo sacrificio

Ansanti le spalle
tiene il suo guscio rotto
in agonia silenziosa
in un bagno freddo
solitaria

Si confronta con la sua
più grande paura
la morte


Ci sono viaggi che faccio da sola. Quei viaggi in uno spazio bianco, dove parto senza una meta, solo il sole come musa e, ad ogni passo, i miei occhi si aprono.
Ci sono cieli aperti che cerco, acque profonde che esploro al di la di quel torrente che temo porti via i miei pensieri. Cerco la mia voce, imparo linguaggi diversi, dapprima grossolani, poi sempre più ricercati, volute linguistiche che solo in sogno avevo creduto possibili.
Ci sono strade impervie e piango, ahimè, non riesco ad affrontarle, ma non importa quanto sono strette e quanto mi aggrappo, scivolo attraverso le valli, sui ripidi sentieri e mi avventuro.
Ci sono porte che tengo chiuse, come i libri su uno scaffale polveroso, come il libro che tengo sul mio comodino con una rosa selvaggia pressata al suo interno, un tocco di un amante accantonato, come si accantonano le vecchie fotografie in una vecchia scatola per le scarpe.
Ci sono strade vuote di parole, vedo la meta lontana, ma pizzicano le mie corde come un musicista esperto, si risvegliano le muse e imparo a maneggiare la penna come una spada, pungente a volte, spesso dolce. E’ un arma bianca che ferisce ma non uccide, non calco la mano.
Ci sono viaggi che faccio ad ogni passo, ad ogni respiro.




Un velo di tristezza
Copre il viso
Vuoto di versi

Le dita cercano un senso
Gli angoli, le curve
Il tuo corpo

Gli occhi chiusi
Immagino il tuo tocco
Il tuo suono

Come un succoso vino
Scivola inebriante
Goccia dopo goccia

Sulle labbra fiorisce
La fiamma di un ricordo
E ascolto il tuo respiro.



Dammi i tuoi baci
Nudi di inganno
D’oro e d’argento
Dammi le tue parole
Innocenti semi
Di un perverso nutrimento
Dammi il tuo calice
Vuoto di uve pretenziose
E di citazioni perfette
Allora io donerò
Anima, vino e fiori
Disadorna e con timore

La luna, il mare




Parole dolci, preziose
Fiammeggia l’animo
Labbra incandescenti
Sotto un trucco scarlatto

Una canzone sotto la luna
Tesse incantesimi
Che spazza chilometri
Nella marea di un sogno

Baci come fuoco, come ghiaccio
Risvegliano le mie parole
Nel calore, nel chiarore
Di una luce che balla

Una spada affilata
Ha partorito pensieri
Su un isola, nel mare
Fragili parole che annegano

Di notte, una rosa







Petali di un fiore
Nascosto sotto la gonna
In pensieri audaci e setosi

Foglie vacillano
Sotto il peso
Di incontri spinosi

Gaudente il lamento
Inebriante la fragranza
Più dolce di un rosso vino

Si accartoccia poi
Come poesia impaurita
Al buio, alla brezza

Petali cadono
Morta la loro essenza
Dimenticando perché era lì

Oceano


La tua pelle che sfiora la mia,
per un secondo, per sempre, per un attimo.
Poi sotto l'acqua, senza peso, 
due corpi che cadono insieme,
sotto il mare, immersi nel profondo,
nel buio,
prima di emergere con violenza,
alla luce del sole,
nel calore, nell'aria.
Il sale dell'oceano
gocciolante dalle nostre dita,
dai capelli,
dalle spalle,
sulle labbra.

Più vicino



Più vicino, 
ho bisogno di sentirti più vicino, 
cuore contro cuore.
Ho bisogno di assaggiarti, 
di annusarti, 
di guardare dentro la tua anima.
Più vicino,
ho bisogno di respirarti,
il tuo respiro nel mio respiro,
senza spazio tra noi,
senza spazio per niente altro.

Fame


Le mie viscere rombano, brontolano

Rumori di fame che sembrano urlare

Ma non di cibo

Muoio di fame per un suo tocco

A bocca aperta ansimo

Il respiro irregolare, devastante

Mi mordo le labbra

La mia pelle brama il suo tocco caldo

La mia anima brontola

Lo voglio anche nei miei sogni

Chiedo a te


Chiedo a te
nel buio della notte
quando le mie mani
sono alla deriva sul corpo
e la mia mente
finge che siano tue.
Chiedo a te
mentre la tensione cresce
i muscoli si irrigidiscono
e il cuore tuona.
Chiedo a te
con la schiena inarcata
e il collo a nudo
pensando sia tu
a liberare
il mio fuoco.
Sussurro a te
quando il cuore rallenta
gli occhi si chiudono
mentre vado alla deriva
nel sonno
nei sogni.

Chiudo gli occhi e respiro il suo sorriso



Bevo la sua risata e inghiotto le sensazioni che mi attraversano, immagino le sue labbra tumide attaccarsi alle mie, pizzicandole con precisione e passione.

Mi consumo al suono basso della sua voce, quella parola che sostituisce il mio nome, si accende una fiamma. Il mio cuore duole di gioia. 

Inspiro l'idea che lui possa oscillare tra la mia anima il cielo, mi tiene sospesa sopra la terra, freme il ventre mentre lo supplico di restare con me.

E, infine, espiro solo la mia ennesima fantasia, un destino che non è realtà, ma solo fonte di una nuova notte buia sotto le mie lenzuola, con niente altro che le mie dita.

Viaggio nel cuore e con il cuore


Che cosa è il cuore?
Un muscolo? Forte e perfetto batte il suo ritmo, rassicurante anche se in trappola.
E' un'idea? Un sogno in movimento? Un semplice contenitore di romantiche fantasie?
E' un sentimento? La cura disinteressata della madre per il figlio, fratello per la sorella, il marito per la moglie, l'amico per l'amico? E' il nucleo dell'anima? 
Quello che so è che funziona anche nel dolore, è saggio, parla sempre a bassa voce, nonostante sanguini facilmente.
Nelle mani il cuore offerto all’altro. È terrificante non sapere cosa ne farà.
Sorriderà? Lo accetterà? E se scuotesse la testa, girandoti le spalle?
O peggio ancora… lo prendesse solo per abusarne, giocandoci?
La paura dell’ignoto ci impedisce di essere felici. Il cuore è forte, come è necessario che sia. L’amore ha il suo destino: darsi. Se poi in cambio ne riceviamo alcun dolore… ne è valsa la pena. Un cuore preservato non conosce la gioia, un cuore nascosto non conosce la luce. Un cuore condiviso sa volare… senza limiti. Un cuore che ama, vive la sua libertà.
Il mio cuore è spesso un bastardo, è durante la notte che si fa sentire incessante. La notte è sempre troppo lunga per me, nonostante ami il buio e il silenzio, nonostante ci sia il cane a farmi compagnia. Spesso sto bene con me stessa. E' quando si affollano i pensieri, che tutto fa rumore, persino il mio stesso respiro; il battito del cuore diventa un tonfo, un rumore cupo che detesto. E nel silenzio della notte... tutto è tutto e niente è niente. Ogni cosa si amplifica, il troppo diventa eccessivo e il niente diventa il vuoto. Sempre colpa della mia Dannata Mente e del mio dannatissimo cuore.
Che cosa cerco, perché volo verso tutto ciò che è facile e comodo? Perché mi sono innamorata dell’amore? Mi hanno insegnato le favole da bambina, erano morbide storie, donavano sicurezza in una mente ancora senza malizia, dove le donne non avevano nulla di carnale e gli uomini erano senza paura e puri di cuore.
I bambini imparano presto, ho imparato presto, ma è duro scoprire che le fiabe non esistono nella realtà e per quanto amiamo scoprire verità, per quanto siamo puri e semplici e per quanto corriamo verso abbracci primordiali, sbatteremo anche contro la paura primordiale; in un mondo dove non esistono fate, maghi, principi e regine e le uniche magie a cui possiamo assistere sono le luci del giorno e della notte che cambiano.
Poi si cresce. In un attimo. Ci gettiamo verso l’ignoto, terrificanti verità, quasi assente la dolcezza, la protezione è pari allo zero e i mostri sono li che ci aspettano dietro la porta e a ogni svolta.
E nonostante tutto arriva l’amore: ci protegge, ci illumina, ci governa, ci massacra, ci fa soffrire, ci fa gioire, ci fa fremere e godere, ci fa vibrare, ci fa bagnare, ci fa lottare e ci fa vincere… e poi?
Poi niente. Hai vissuto!

E si continua il proprio vivere altalenando tra momenti magici, dove il cuore comanda tutto: sofferenze e gioie.
A volte è orribile essere innamorati, ti rende vulnerabile.
Si apre il petto e si apre il cuore, questo significa che se qualcuno entra dentro di te può ridurti in briciole e cibarsi delle stesse.
Allora tenti di costruire delle difese, una specie di armatura, in modo che nessuno possa farti del male. Inutile!
Quando dai spazio a persone stupide, non sono diverse da tutte le altre persone stupide e si aggira nella tua vita stupidamente, e tu stupida glielo lasci fare.
Si da un pezzo di se stessi senza chiedere nulla in cambio.
L'amore ti prende in ostaggio, ti entra dentro, a volte vorresti gridare, mentre il tutto si trasforma in una scheggia di vetro che trafigge il cuore.
Fa male, non solo nella mente e al cuore, l'anima è ferita e si odia l'amore.
Ma giocare secondo le regole non fa altro che costringerci a vivere creando confini che portano via tutto ciò che c’è di buono nella vita.
Quindi: spazio all’amore e al cuore!

E te l'ho detto.
L'amore è stupido.
L'amore è folle.
L'amore è tutto.
L'amore è niente.
L'amore rende stupidi.
L'amore fa fare cose stupide.
E io stupidamente vivo... tiè!

Citando Shakespeare
Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai.
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
E quando dici “ti amo”? Io non so quando gli altri dicono queste due parole magiche, perfette, il loro suono come una melodia che incanta, cosa vogliano dire. Per me "Ti amo" significa accettarti per la persona che sei, non voglio cambiarti. Vuol dire che non mi aspetto la perfezione da te, come tu non te la aspetti da me. Vuol dire che io ti amo e starei con te anche nel peggiore dei momenti. Vuol dire amarti anche quando si è in uno stato d'animo disperato o quando sei a letto troppo stanco per fare le cosa che voglio fare io. Significa amarti anche quando sei giù, non solo quando ci si è diverte. "Ti amo" significa che io conosco i tuoi segreti più profondi e non ti giudico per quelli, chiedendo in cambio solo che tu non si giudichi i miei. Significa aver cura di te, combattere per ciò che abbiamo e che amiamo. Vuol dire pensare a te, sognarti, avere costantemente bisogno di te, sperando che tu ti senti allo stesso modo per me.
E in tutto questo mio scrivere sarebbe facile scrivere della passione, del modo in cui le tue labbra si appoggiano alle mie, o della tua virilità che prende possesso di ciò che è suo, ma il desiderio, il desiderio come faccio a descriverlo? Come faccio, poi, a scrivere dell’amore?
Come faccio a spiegare di come la tua voce si insinua nella mia mente, una voce che mi tormenta anche la notte, e non è folle se qualche lacrima spunta timida, mi manchi.
Rannicchio attorno a me tutti i cuscini che ho nel letto, arriva un po’ di calore, il cane ai miei piedi è già qualcosa, è pur sempre un'altra forma di vita, che non chiede mai nulla e non mi abbandonerà mai.
Al buio conto i minuti, le ore, passano lente quando gli occhi non si chiudono.
E oggi, ogni parola la scrivo per Te, ogni immagine che vedo, la vedo per Noi, sorrido stupidamente quando mi dici che ti piace ciò che ho scritto, che ti ha fatto pensare a noi insieme, cerco questi piccoli segni e li tengo cari, ma come faccio ad esprimere la cosa più importante?
La tengo con me, la coccolo e ne traggo beneficio... ma ti amo e posso dirlo!








Semplicemente
Dimmi “ti amo”, semplicemente.
Non nel modo in cui lo dici sempre,
ogni giorno che passa,
ma come una volta,
come la prima volta,
in cui ogni briciola della tua mente
era avvolta di meraviglia,
come il sogno che ero,
dove io ero tua per sempre
e tu eri mio.
Dimmi “ti amo”, semplicemente.
Ricordamelo lentamente,
ogni momento,
fammi capire che è vero,
dimmi che sono il tuo tesoro e poi…
io ti dirò “ti amo”… semplicemente.