sabato 25 maggio 2013



Trovo le mie parole nel mare.
Su una vecchia poltrona, lisa dal tempo.
Tra le righe di un libro, letto e riletto.
Trovo le mie parole nei miei pensieri.
Con uno sguardo distante. 
Persa in una nuvola nera.
Trovo le mie parole nei suoi occhi.
Incantati dalla magia dell'amore.
Trovo le mie parole negli angoli.
In agguato dietro gli alberi.
Trovo le mie parole nel vento.
Che soffia su di me una dolce brezza.
Trovo le mie parole quando sono triste.
Quando sono debole.
Trovo le mie parole per completarmi.
Sono le chiavi del mio Eden.
Trovo le mie parole nei momenti erotici.
Quando il ricordo di te mi consuma.
Trovo le mie parole nei sogni.
Nella beatitudine del sonno
Trovo le mie parole nei giorni grigi.
Nella mia solitudine e nel mio dolore.
Trovo le mie parole nella follia.
Dove tutto è sbagliato, dove tutto è giusto.
Trovo le mie parole quando sono alla deriva.
Nel punto di non ritorno.

Ma poi, niente rimane tale,
Tutto si consuma,
Tutto scompare,
La brezza diviene fredda,
Il mare si increspa,
La luna scompare,
E io mi lascio cullare,
Da dolce suono della risacca,
E il mio viandare,
Non è mai uguale.




Ricordo le parole che abbiamo detto.
Le parole che eravamo
la loro mutazione 
scritte su vetro appannato
sbiadite dal tempo.
Ricordo come ci siamo scoperti
l'uno nell'altra
nel disgelo invernale
nel calore del respiro
ancora e ancora.
Ma si può (ancora) sentire l'oceano? il modo in cui si deposita sulla pelle e rimane lì, così tranquillamente, ora dopo ora, giorno dopo giorno, dopo il modo in cui il sole (e tu) ha colorato il mio viso, come se fosse bello, come se fosse qualcosa che merita di essere toccato, che vale la pena di essere baciato... e le onde continuano e continuano, in un moto perpetuo di vita.

L'universo oscilla. 
Una serie di movimenti, di atomi, di materia, in espansioni e contrazioni. 
Vengo sopraffatta a volte nel pensare alla portata di tutto, all'immensità. Questa è una delle ragioni per cui ci hanno "disegnato". Come l'acqua, il mare, i laghi, i fiumi. L'acqua è l'essenza dell'universo, è un microcosmo, la sua natura è ciclica, il suo flusso e riflusso, onde e maree, tutto diviene causa e la sua conseguente reazione.

Una bellezza tranquilla, un ritmo che conforta e offre la speranza che anche un minuscolo granello dell'universo come me, potrebbe causare increspature nell'esistenzai di un altro, che forse tutti noi possiamo giocare un ruolo nel movimento della vita. Trovo la speranza nella costante della sua natura.
Posso sedermi accanto a un fiume al tramonto e ascoltarlo, toccarlo, guardarlo cominciare a prendere fuoco e bruciare con colori, rossi, gialli, rosa, mentre il sole scompare sotto l' orizzonte.
So che andrà avanti. Era qui prima di me, continuerà dopo, e mi sento beata (non beota) di essere una parte di esso, anche se questa parte è solo un breve momento, anche se questa parte è un unico respiro.

(Dal blog Keilani - ei fu)

Certo è, che se smettesse di piovere, e tuonare e si fermasse anche il vento, oggi non amerei l'acqua... l'adorerei!


La ferocia del suono 
è il silenzio.
Echeggia, risuona, 
è un fulmine nel cielo terso. 
è l'abisso di un mare piatto,
è il vuoto che senti attorno,
è il cumulo di pensieri grigi,
è la nebbia dove tutto scompare,
è il ricordo pungente di un passato,
è attesa.
Ma intanto respiri, sul tuo letto,
sul bordo, tra il sonno e la veglia,
tra la terra e lo spazio,
affronti il tuo demone nero,
l'assenza di luce,
fluttui nei ricordi,
sanguini lacrime amare.
Ti senti insignificante,
distante mille miglia
dal mondo che ti circonda,
senti il peso del fardello
che ti porti addosso.
Poi ascolti il tuo cuore,
lo senti vibrare,
note che solo tu
puoi modulare,
solo tu puoi guidare,
solo tu puoi comandare.
Tutto di nuovo scorre,
nel coraggio che hai cercato,
nella forza che hai trovato,
e il silenzio diventa pulviscolo,
nella luce del mattino,
nell'alba di un sole che cresce.
E in un volo di farfalle,
ritrovi la vita.

Perfezione

Io sono la roccia
Tu sei il mare
Rendimi perfetta.

Ho scoperto il gusto delizioso dell'aria, quando respiravo te.

I sogni sono storie in corsivo, la realtà in grassetto.

Tristezza

Oggi
anche il sole si sente 
vuoto nelle mie mani.

Vorrei che fossimo elefanti, sarei per sempre nella tua memoria.

Tiramisù alle fragole

Ho raggiunto l'estasi quando è scivolato giù per la gola.

Scena di (stra)ordinario piacere




Sarebbe stato facile descrivere il momento, le azioni, i movimenti delle mani sul corpo. Altrettanto facile dirti cosa ho usato e dove. Il difficile viene quando devo descrivere quella marea di sensazioni ed emozioni che si affacciano alla mente, quelle immagini che sono stagliate nella memoria e che difficilmente dimenticherò.
Ecco… quello che è passato per la mia testa, oggi pomeriggio, è stato come rivedere immagini impresse su una pellicola di un film muto, scene a rallentatore, fotogrammi di istanti vissuti intensamente, spezzoni di attimi. Ho chiuso gli occhi, il mondo attorno a me è scomparso. E quando tutto è diventato silenzio, ho iniziato il mio “viaggio”… ed ero solo io e la tua voce, io e le tue parole, io e il tuo sguardo. Ho navigato verso lidi conosciuti, nuotato nelle maree, sono arrivata fino a te e non importava quanto eri lontano. Eri così vicino da sentire il tuo odore, il tuo tocco e il tuo respiro, abbastanza vicino da sentirti dentro di me. Il desiderio si è diffuso, il respiro prima lento è divenuto tonico, vibrante, brividi hanno percorso la pelle, gli aromi e i profumi affondati nei polmoni. Colma di lussuria, fili dolci di ambrosia hanno vagato liberi sulle cosce. Scosso il corpo in movimenti sinuosi in una danza di gitani desideri. Fluidi di piacere che ho lambito e raccolto, per portarli alle labbra e assaporare anche questo ultimo attimo prima di tornare a immergermi nell’ordinario scorrere del tempo.
 

A volte comportarsi onestamente e correttamente non va bene, non va bene per niente

I sentimenti

I sentimenti sono un aspetto molto impegnativo della nostra vita.
Sperimentiamo intense emozioni senza capire esattamente il motivo e di conseguenza e' difficile individuare le soluzioni, calmare le nostre menti e i cuori afflitti.
Quando riusciamo a domare i nostri sentimenti, trovando la soluzione adeguata, riprendiamo il controllo del nostro potere personale, ritrovando il coraggio di esprimere l'essenza della nostre emozioni.

Tornando in pieno controllo, passiamo da uno stato emotivo all'altro, lasciamo andare dolore e rabbia, ed esaminiamo l'effetto sulla nostra vita. sicuramente positivamente.
Qualunque siano la natura dei sentimenti, dobbiamo definire le reazioni che si svolgono internamente, darle un "nome". Se si ha paura di una situazione o si e' intimiditi da una persona, non bisogna dare voce alla propria ansia, la precisione in cui ci si esprime e' indicativo della nostra volontà.
Ci possono essere dei momenti in cui si trova l'uscita desiderata solo ammettendo i sentimenti prima di altri. La nostra capacita' di delinearli in modo esplicito può aiutare a chiedere il sostegno o l'aiuto di cui si ha bisogno, una guida, senza impantanarsi in sofferenze inutili.

Quando si riuscirà ad esprimere i propri sentimenti di angoscia, ci si può sorprendere. la liberazione e l'alleggerimento dell'animo saranno una grandissima cosa inaspettata.
PER DARE VOCE AI NOSTRI SENTIMENTI...
DOBBIAMO TROVARE LA FORZA LASCIARLI ANDARE...
RITROVEREMO IL NOSTRO EQUILIBRIO EMOTIVO...

Oggi non è stato possibile trovare l'equilibrio giusto, nonostante abbia tentato. Adesso lascio solo scorrere il tempo, con la speranza che le "cose" si riaggiustino. Ribadisco: la chiave sulla porta di casa mia è sempre lì, non la nascondo e non metto il chiavistello. Sempre pronta ad accoglierti al meglio delle mie possibilità. Non recrimino, non porto rancore (non è nelle mie corde)... provo solo un filo di rabbia per non aver capito quello che ti passava nella testa. Mea culpa? Forse. Continuo a volerti bene, di questo non puoi incolparmi. Percepisco la tua sofferenza, come sento quella mia... te l'ho detto anche poco fa: ognuno sentiamo la propria, sei fragile come me in questo senso, non è vero che sei una roccia e devi fartene una ragione, qualunque cosa dicano gli altri. Tutti abbiamo bisogno di aiuto, la mia mano è tesa... sta a te afferrarla o...
Scegli, fai le tue scelte, consapevolmente. Ricorda solo che qualunque cosa tu scegli di fare, io continuo ad esserci per te, come ci sono sempre stata da un anno a questa parte e come tu hai fatto altrettanto nei miei confronti... per questo ti dico GRAZIE.

Tutto passa, tutto scorre, tranne quella irrefrenabile, incomparabile, insistente, demoniaca, irresistibile voglia di...

E’ stato un capriccio, un piacevole passatempo, una sorpresa dopo la giornata vissuta tra alti e bassi. E’ apparsa all’improvviso, devo ancora capire da dove è venuta, ma era così palpabile che ho dovuto farlo ed è stato un piacevole “imprevisto”. Allora ho sostituito tutto il mio malessere e sono andata dritta per quella strada irresistibile, seguendo quel sussurro che si faceva sempre più insistente e indisciplinato. Ho preso un bel respiro, mi sono completamente rilassata e ho pensato a me, al mio corpo, alle sensazioni lussuriose che prendevano il sopravvento e diabolicamente colmavano la mia testa, prima di tutto il resto. Credo di aver dato il mio meglio già dalla prima volta… la seconda è stata paradisiaca. Ma tu lo sai, non sono una brava persona… non mi sono fermata. Ho aperto l’acqua della doccia e mi sono infilata sotto l’acqua bollente, continuando ad affondare le mani, scavando tra le labbra con un’urgenza che ha meravigliato anche me. E stavo così fottutamente bene, il piacere così grande, che quando avevo finito ero incerta sul continuare. Perchè non è mai abbastanza? Perché anche ansimate e gocciolante ho voluto continuare ancora? E’ una linea così sottile da oltrepassare, quando penso a te, in bilico tra l’incertezza e la voglia, che sorrido e l’impulso prende il sopravvento.

Invadente

Sei come un antifurto per auto alle quattro del mattino.

Mai avrei immaginato 
di poter scrivere
poesie d'amore.
Mai avrei pensato
potessi essere 
il mio giorno
e la mia notte. 
Sei il solo che è riuscito
a raccogliere i pezzi 
di un cuore in frantumi.
Sei il solo che riesce
a modulare
la mia stupida ninnananna 
appesa al filo
delle tue labbra 
che cantano.
Sei il solo a fugare
la mia tristezza
i giorni malati
i sorrisi mancati.
E' una cosa strana.
Se guardo indietro
ogni notte
e ogni giorno
tutto era così chiaro
nel gioco delle menti.

Tempo

C'è voluto un po' 
per bruciare il mio peccato 
alimentare il fuoco 
e rilasciare il mio oblio. 

Ho fluttuato
volutamente
inalato l'essenza
ascoltato il silenzio.

Ora respiro in affanno
sul bordo del tempo
dove carne e mani
scivolano via frenetiche.
Il sole si deposita all'orizzonte e attendo il blu di un cielo punteggiato di stelle.
Scherzo, chatto, sorrido alle stronzate della gente, tutto sembra essere lieto in questa serata dove nulla è dolore e grigiore. Siedo tranquilla, viaggio con le parole, descrivo un desiderio, attendo di seguire un orma... una promessa. Una brezza leggera entra dalla finestra aperta, il miagolio dei gatti del vicino, l'abbaiare di un cane in lontananza... tutto è normale. Ascolto una canzone, poi un'altra e un'altra ancora. Una farfalla notturna entra dalla finestra, sbatte le ali, non conosce la propria fragilità. Se solo avessi saputo la mia...
Una doccia prima di infilarmi sotto le coperte... l'acqua evapora, la pelle di seta, mi crogiolo nella morbidezza di un asciugamano, prolungo l'abbraccio pensando sia tu a farlo. Poi parole, ancora parole tra noi. Tutto scorre e si infiamma nelle vene, diviene calore e colora la prime ore della mia notte.
E poi cado, improvvisamente, nel buio più nero di una notte senza luna, senza un suono, senza un motivo apparente. Sento sussurrare il mio demone, rifiuto di ascoltarlo, ma insiste e si gode il mio malessere. A nulla valgono le parole, le tue. Rannicchiata su un fianco, afferrando il mio stomaco dolorante, cerco una ragione e non la trovo. Passo così la mia notte, con gli occhi sbarrati a guardare le ombre, cercando una ragione per rialzarmi. Le ore passano lente, la notte sembra non finire mai, attendo impaziente la luce del giorno e quando arriva comprendo che devo farcela da sola, il mio fardello deve essere svuotato, solo così potrò dire di aver vinto di nuovo su quel demone oscuro e prepotente.

Self pleasure


Sorge in me una marea
Non mi sforzo di reprimerla
Si impiglia
Onda dopo onda
Tutto quello che voglio
E' farla durare
Prima che mi scivoli dalle dita
La testa si infiamma
Il corpo brucia
La passione grida
Vuole essere liberata
Il viso contro il cuscino
Le gambe piegate
Le mani fra le cosce
Scorre il mio demone
E' dentro di me
Quando mi rendo conto
Finalmente
Che è il mio nome
Che sto ripetendo
Potrebbe sembrare triste
Invece diviene il suono
Di una melodia d'amore
L'amore per la mia piccola.

Il tuo nome suona 
liscio come seta 
quando sfugge dalle mie labbra 
nella forma di un lamento.

Ho ucciso la falena


Febbraio 2012
Il cambiamento non è sempre necessario nella nostra vita, ma quando tutto va a puttane il cambiamento non solo è necessario, diviene la nostra ragione di vita. La mia vita è cambiata notevolmente, in peggio, il dolore enorme, la ferita immane. Resto qui a discernere tra rabbia e dolore, fra la paura e le scelte, smentita continuamente dal comportamento degli altri. Vivo costantemente in una coltre di nebbia che striscia sulla mia vita, come fosse un campo di battaglia, cosparsa del sangue dei morti. La mia vita è cambiata, come quella di molti d'altronde, sopraffatta dagli eventi. Con coraggio devo radunare le mie forze, muovendomi avanti nella nebbia, sperando di non calpestare la vita degli altri e che loro non facciano altrettanto. Confido nelle anime giuste, i miei figli, la mia famiglia, quelli che seguono le mie orme. Ma questa nebbia è così fitta, oggi, che nessuno osa disegnare un singolo respiro.


Marzo 2012
Un volto coperto di stoicismo, il mio, solido come pietra compressa, spinta in una terra asciutta, pressurizzata all’interno della mia anima, tentando di perfezionarmi nel vivere, reprimendo la rabbia e, non posso negarlo, erodendo il mio cuore. Un cuore ormai contaminato, che continua a battere in un turbinio di emozioni che gridano ritmicamente, che mi spingono fino al punto più debole. Il sangue che vi scorre dentro si trasforma, sembra diventare vapore, poi si trasforma ancora e brucia, brucia nella rabbia, non si contiene, sembra dover esplodere da un momento all’altro. Brucia e si vaporizza, si scioglie e si raddensa, accompagna la mia caduta, così profondamente, che sento l’afrore della mia carne morta. Poi divengo di nuovo pietra, solo per essere liberata da quella rabbia che esplode come il fuoco al centro del sole. E tutto tace di nuovo.


Aprile 2012
Sono in quei giorni in cui tutto mi nuota in testa con le immagini e le storie che desidero scrivere. Non riesco a trovare la chiarezza di pensiero o il tempo di sedermi e svuotarlo e, prima di sapere che la mia mente si è spostata su quelle storie, mi sento come se fossi nella risacca, spinta e tirata dalla marea Quella marea che mai si trasforma in qualcosa di sostanziale. Sto nuotando nel mare agitato e sento davvero il bisogno di navigare in altri lidi. Tutto mi sta stretto, tutto mi appare inutile, tutto è perversamente succube del mio dolore. Anche le parole mi si rivoltano contro, la tecnologia diventa mia nemica, non funziona nulla o, forse, sembra a me non voglia funzionare a dovere. Ma tanto, parlare con la gente, non mi servirebbe a nulla.

Maggio 2012
Mi adatto allo scorrere del tempo, mi adatto ai cambiamenti, mi adatto anche al dolore. Lo chiamano dolore, ma nessuno è mai morto di dolore e nessuno mai potrà; comunque il dolore che sento è una parte di me e deve per forza avere una fine. Sono passata dalla fase “incredulità e vuoto” alla fase “rabbia” molto velocemente, nonostante ancora passino avanti e indietro contro di me, come se fossero ali di una falena che non mi vogliono toccare. Tento di liberarmene. Non è una bella farfalla, ma una falena, che lascerà un residuo di polveroso schifo su di me, è quasi senza colore, ma questa immagine mi permette di deridere le mie emozioni, mentre sto negoziando con me stessa. Continuo a dirmi che presto andrà tutto meglio, che merito una vita migliore e, in una sorta di equilibrio, continuo a mantenere il mio cuore nel nero… il rosso sarebbe un appiglio ancora troppo pesante a cui aggrapparsi e mi tirerebbe nel profondo del mare, dove tu ti sei perso egoisticamente. I colori mi danno il senso della vita, ma in questi giorni continuo a vedere il grigiore di quella brutta e polverosa falena, li vedo anche sopra il mio corpo che sembra si sia adeguato ai miei pensieri e abbia preso lo stesso colore. La mano scende sul fianco, la trascino fino al ginocchio, per risalire fino all’interno delle cosce e mi permetto di pascolare lì, accarezzandomi intimamente, come se volessi mutare lo stato delle cose e dei colori. Chiudo gli occhi, cerco i colori dentro il buio, ma spunta di nuovo quella falena che ama il buio, forse attirata dai miei lampi di luce che appaiono timidi. Smetto di toccarmi, quel grigio non mi appartiene… mi addormento, meglio immergersi nella nebbia e stordirsi.

Giugno 2012
Dormo troppo, sono spesso sola, ma mi piace immergermi nella solitudine. Lì trovo la mia pace. Gli altri possono fare anche senza di me: “Possono aspettare…” mi dico e il telefono che vibra, che mi chiama, continuo a farlo vibrare. Non parlo quasi con nessuno, passo il mio tempo con me stessa, le parole divengono il mio rifugio segreto, mentre la falena continua a girarmi attorno, fastidiosa e irriverente. Sembra essere eterna, immortale. Eppure le farfalle sono fragili. Lei continua a sussurrarmi le storie degli altri, dialoga con me e il suo grigio non finisce mai. I nostri sguardi si incontrano, mi sfida, mescolando leggiadre volute a polverosi battiti di ali che sembrano essere i suoi ultimi. Così continuo a contrattare con me stessa una rinascita, non mi importa del tempo che sta scorrendo, questa mia fase è la via di mezzo, il mio passaggio attraverso il dolore, ed è la cosa più divertente che ho nelle mani. Non importa di quello che dicono gli altri, delle colpe che mi danno. Io merito tutto il mio tempo, lo considero ben investito e la falena continua a dirmi che devo farlo, che devo discutere con le sue ali grigie. Mi nascondo? Forse si. Ma devo evolvermi ancora, sopravvivere alle difficoltà del cambiamento, quello che lascia il residuo polveroso e disgustoso, ma che è la grinta che ritrovo tra le mie dita e me ne sono ricordata adesso che lo scrivo.

Luglio 2012
Sono dura, qualcuno mi ha detto che sono senza sentimenti, qualcuno che sarebbe meglio che taccia per sempre (ma questa è un'altra storia). Nulla mi tiene giù, vado dritta per la mia strada e raccolgo sulla via piccole soddisfazioni personali. Ma alcuni giorni, quella brutta bestia della depressione, che si nasconde dentro di me, trova il modo di farsi viva, all’improvviso. La tv è una di quelle cose che la istiga. Ultimamente ai tg si parla solo di morti; gente che non ce la fa più ad andare avanti e allora compie il gesto estremo, donne violentate, bambini defraudati della loro innocenza, vecchietti malmenati per poche lire, incidenti d’auto dove spesso muoiono giovani. Ed ecco che il grigiore delle nubi riappaiono e la falena torna a trovarmi. Il dolore degli altri mi tocca profondamente, forse per averlo provato sulla mia stessa pelle, e quando mi guardo in giro vedo dolore ovunque, permea l’aria caldo-umida, preme sul fango della mia anima, si inerpica con le unghie sulla mia schiena… ascolto la mia stessa agonia. Forse è un male necessario, per apprezzare di più i colori e la luce, quando riappaiono. Continuo a lasciar scorrere la mia vita, come sulle note di un valzer per ora moderato.

Agosto e Settembre
Mi sono mancate le parole, ho perso molto. Ho allontanato persone per qualcuno che non meritava nemmeno l’ombra di un mio sorriso. Gli occhi si sono spenti, le lacrime affiorate, poi scese copiose. Il dolore di nuovo il mio Padrone. Tento di ritrovare la via giusta, allontanarmi da tutti, non mi può far altro che bene. Rintanata nelle quattro mura di casa mia, come compagno il mio cane, torno a riflettere su me stessa. Contratto ancora con il buio e il grigiore della falena e finalmente riappaio. Una flebile luce all’orizzonte mi appare. Ecco, era solo apparenza (anche qui l’ho capito troppo tardi).

Ottobre 2012
Il silenzio è una lingua che la maggior parte di noi non conosce molto bene. Il silenzio la dice lunga senza proferir parola. Il silenzio può dire con amarezza: “Ti odio.” Può parlare di rammarico, può parlare di tutto e di niente. La cosa più importante che il silenzio può dire, sono i “Ti amo.” Quando il silenzio dice “Ti amo”, se la persona a cui viene indirizzata non parla correntemente la lingua del silenzio, non potrà mai prendere atto del calore nascosto in quelle parole invisibili. O, anche peggio, si risentirà del tuo silenzio. E mentre la mia voce, nel silenzio, urla, dubito che l’amore dell’altro veramente esista. E continuo a dirmi: “se non riesci a comprendere i miei silenzi, non riuscirai a capire nemmeno le mie parole.” Tuttavia, continuo a seguire la mano che mi è stata tesa, uno spiraglio di miglioramento è alle porte.


Novembre 2012
Continuo a parlare con il silenzio, richiede la mia attenzione. Ascolto il mio cuore e tento di capire perché le mie parole spesso affondano nelle sabbie mobili dove sono sepolti i miei segreti. Mi apro, spiego, parlo, racconto, scrivo… sto imparando la lingua del silenzio, lentamente, ma sto imparando da lei. Il silenzio è a disagio, sia quando si trova e quando si trova, ma ho scoperto che c'è sempre qualcosa da dire sul silenzio, a volte vuol dire, "ti amo." A volte vuol dire, "Mi manchi. "Di solito, per me, vuol dire:" Io sono una pazza." Il silenzio, adesso, non mi lascia mai soddisfatta, sento sempre un vuoto e il mio cuore soffre per qualcosa. Io non so nemmeno quello che dovrebbe essere, e affogo quel sentimento con un'altra tazza di caffè. Il silenzio mi fa sentire stupida. L'amore mi fa sentire stupida. Sto imparando la lingua del silenzio, che è un po' come il linguaggio dell'amore.


Dicembre 2012
Immagino di fare le cose che mi chiedi. Ti immagino che mi aspetti nella camera d’albergo, gli accordi sono quelli. Immagino tutto prima di arrivare da te. Ma mai avrei potuto immaginare quello che è accaduto dopo. Ho fatto una doccia calda prima di arrivare, voglio la mia pelle calda e duttile, da impastare, come la più morbida pasta del fornaio: calda, malleabile e profumata. Naturalmente sono nervosa, desiderosa di compiacerti. Mi attengo ai tuoi desideri. Entro nella camera e tu sei lì, che mi aspetti. Mi chiedi di spogliarmi, lo faccio riluttante, non mostro facilmente le mie cicatrici. Il silenzio attorno, non parli e non parlo. Nel gioco di sguardi prende il via la nostra notte. Nell’illusione di averti donato il mio corpo e l’anima, ripartiamo assieme al mattino. Due treni diversi, due pelli che mai più si sfioreranno. Vane le promesse e le parole, era molto meglio il silenzio.

Gennaio 2013
Quando si tratta di dolore, si parla di accettazione, come se fossero solo lettere consecutive, con il loro suono particolare, unico. Poi ci sono tutte le altre lette, quelle che causano tanto rumore nella testa quando si chiudono gli occhi. La parola dolore è una di quelle, una di quelle che fa più rumore di tutte, ma ha dei buoni compagni. Ho passato questo ultimo anno con il dolore, con il vuoto, con i ti amo,con le bugie, con le false promesse, con i vorrei ma non posso, con il cambiamento, in un turbinio di emozioni negative e positive. Tutto ha causato tanto rumore, specialmente il mio cuore andato in frantumi. Ma stavolta non ho mollato, ho cacciato la falena, tutti i giorni. Ho ridotto a un muscolo il mio cuore, lasciandomi tenere in vita. Mi sono rimboccata le maniche e ho fatto quello che non credevo mai potessi fare. Mi sono vendicata e non me ne vergogno. Il tempo mi darà ragione.

Febbraio 2013
Con il mio cuore in pezzi ho iniziato il mio nuovo viaggio, il sole e la luna testimoni dei miei giorni, le stelle piccoli astri che sono apparsi pian piano nel mio personale universo. E’ un processo lento e nulla posso fare per accelerarlo. Faticosamente mi sono ripresentata agli altri, ho rasentato il cinismo, a dire di qualcuno, mi sono rimessa in gioco, inizialmente, al pari dell’altro sesso: di tutti e di nessuno. Come le maree mi sono data e rilasciata, ad ogni rotazione dei corpi celesti. Alla fine tutte le rugosità sono state lisciate, la pietra che rivestiva la mia essenza (parola grossa, ma c’è) scalfita e ho accettato il mio dolore.

Marzo 2013
Ho fatto un grosso passo avanti, rilasciato tante cose, pensieri ed emozioni. Come le gocce di pioggia che evaporano dalle pozzanghere dopo un temporale, come le foglie che naturalmente cadono dagli alberi in autunno, ho lasciato andare le mie emozioni verso il naturale processo di cambiamento. Non sono i miei vestiti, non sono i beni che posseggo, non sono il posto di lavoro che occupo, ne il colore dei miei capelli, ne il modo in cui mangio. Non sono la mia auto, ne il caffè che bevo. Sono molto di più, questa la mia nuova convinzione. Posso portare nel mio viaggio, verso il benessere, ciò che voglio, quello che ho costruito nel mio cuore, quello che risiede nella mia anima. Attendo che il grigiore scompaia del tutto.

Aprile 2013
Ora chiudo gli occhi e mi riguardo tutto. Tutto il bagaglio superfluo del vecchio, lo lascio alle spalle. Chiudo la porta di quella stanza che risiede nella mia memoria e la faccio divenire cenere, grigia come la falena, senza bellezza, senza colore e senza calore. Si, mi sento esposta, messa a nudo, ma non mi sono mai sentita così pronta a lasciarmi tutto alle spalle come adesso. Sento già i violini in sottofondo, strumenti a corda che tirano le mie stese corde. Ho aperto gli occhi e sono pronta a scoprire quello che la vita mi offre, la mia prossima evoluzione. Il dolore mi toccherà ancora, nessuno può fuggirlo e nemmeno io, ma il suo potere su di me è minore, il mondo mi sembra persino bello.
… E il viaggio continua, in un moto perpetuo come le maree e tutto l’universo che ci appartiene e a cui apparteniamo.


Maggio 2013

Il sole si deposita all'orizzonte e attendo il blu di un cielo punteggiato di stelle.
Scherzo, chatto, sorrido alle stronzate della gente, tutto sembra essere lieto in questa serata dove nulla è dolore e grigiore. Siedo tranquilla, viaggio con le parole, descrivo un desiderio, attendo di seguire un orma... una promessa. Una brezza leggera entra dalla finestra aperta, il miagolio dei gatti del vicino, l'abbaiare di un cane in lontananza... tutto è normale. Ascolto una canzone, poi un'altra e un'altra ancora. Una farfalla notturna entra dalla finestra, sbatte le ali, non conosce la propria fragilità. Se solo avessi saputo la mia...
Una doccia prima di infilarmi sotto le coperte... l'acqua evapora, la pelle di seta, mi crogiolo nella morbidezza di un asciugamano, prolungo l'abbraccio pensando sia tu a farlo. Poi parole, ancora parole tra noi. Tutto scorre e si infiamma nelle vene, diviene calore e colora la prime ore della mia notte.
E poi cado, improvvisamente, nel buio più nero di una notte senza luna, senza un suono, senza un motivo apparente. Sento sussurrare il mio demone, rifiuto di ascoltarlo, ma insiste e si gode il mio malessere. A nulla valgono le parole, le tue. Rannicchiata su un fianco, afferrando il mio stomaco dolorante, cerco una ragione e non la trovo. Passo così la mia notte, con gli occhi sbarrati a guardare le ombre, cercando una ragione per rialzarmi. Le ore passano lente, la notte sembra non finire mai, attendo impaziente la luce del giorno e quando arriva comprendo che devo farcela da sola, il mio fardello deve essere svuotato, solo così potrò dire di aver vinto di nuovo su quel demone oscuro e prepotente.

Sei invitato a lasciare segni, 

macchie, morsi, graffi. 
Qualche livido 
fino a raggiungere 
il tuo capolavoro. 
Il mio corpo è la tela,
tu il creativo. 
Utilizza il blu, 
il grigio, il viola,
un po di giallo. 
Infine il rosso. 
non mi lamenterò, 
attendo il tuo pennello, 
la matita, 
il tuo gesso.

lunedì 20 maggio 2013


Lo voglio. 
Non tanto per amore, non tanto per l'illusione dell'amore che fiorisce nella mia mente. 
Non tanto per vanità... per avere qualcuno che mi lusinga. 
Tanto il cuore batte comunque, tanto i pensieri bruciano la mente e le immagini si susseguono perfette nella mia fantasia. 
E continuo a sognare. 
I sogni non si pagano, i sogni non rubano, vivo in un sogno continuo e costante: questo è il mio amore segreto.
E' lui, il sogno... vive con me.
Quel sogno che inseguo, dove sono una meravigliosa donna, quella che vorrei essere, dove continuo a scoprire l'altra me.
E' quel qualcuno che conta per me, che non mi abbandonerà mai, con cui posso crescere, attraversare la vita.
E' saggio e non lascia mai nulla di intentato e indicibile.
E' una costante, non un amore fugace...
E' chiaro il sogno, mi ama... lo amo. Mi cattura, è corrisposto, ma non riesco mai a sfidare la sua intensità, brucia il sangue mentre scorre nelle vene, c'è la passione, c'è il colore e il calore, c'è tutto... e non c'è niente!

Voglio


Pensieri attraversano la mente
In sentieri già esplorati.

Dove i vorrei erano desideri
Adesso fioriscono i miei voglio.

Voglio che strappi le mie vesti
Non servono ostacoli tra noi.

Voglio intrecciare il mio corpo al tuo
Per averti dentro di me.

Voglio sussurare il tuo nome
Solo per averlo sulle labbra.

Voglio sentire il tuo respiro
Rubarlo e farlo mio.

Voglio sentire le tue mani
Morbide e dure assieme.

Voglio che mi sbatti al muro
E dove non mi hai preso.

Voglio rimanere senza parole
E ascoltare suoni diversi.

Voglio guardare i tuoi occhi
Per perdermi dentro.

Voglio vedere l'amore
E un pizzico di disperazione.

Voglio...
Ti Voglio!


Bloccata allo specchio



Guardo l'immagine riflessa
Guardo me
Vedo l'altro lato di me
La parte debole di me
La parte che supplica
La parte che implora
Quella che chiede sicurezza
Guardo te
Giochi con il mio corpo
Prendi quello che vuoi
E' semplice lasciarti fare
E non servono parole
Leggo nel tuo sguardo
Cerco la tua approvazione
Mi guardo ancora
Cerco la mia
Dolore
Piacere
Esplodo
Mi perdo
Mi ritrovo
Bloccata allo specchio

Oggi più che mai, a mia Figlia



E 'vero quello che dicono
Che l'amore è la bellezza che non svanisce mai 
Una volta ero ingenua e sciocca
Pensavo di esser forte
Pensavo di essere onesta
Pensavo di essere tutto
Mentivo a me stessa
E mi sono persa
Mi sono nascosta
Ho indossato una maschera
Tu non lo fare
Non arrenderti mai
Ascolta i tuoi desideri
Realizza i tuoi sogni
Vivi l'amore
Ho sentito storie infinite
Racconti dove si uccide l'amore
Dove i cuori si spezzano
E sanguinano implacabili
Ho scelto di stare lontano dall'amore
Tu non lo fare
Ho scelto il non vivere
Tu non lo fare
Ho scelto la solitudine
Tu non lo fare
Ora ho aperto gli occhi
Ho assunto speranze
Ho riso, ho urlato
Ho pianto, imprecato
E tu lo sai
Apprezza quello che viene
Quello che la vita ti offre
Divertiti quando ne hai la possibilità
Nutri le tue speranze, i tuoi sogni
Sorridi alla vita
Sorridi a me
Questo è l'amore
L'amore per te stessa
L'amore per la vita
Quella che ti ho donato
E se adesso qualcuno ti manca
Quel qualcuno che se ne è andato
Afferra il suo ricordo
Ti ha amato
Come io amo te.


Se questo momento durasse per sempre 
varrebbe più della mia stessa vita.
Adoro perdermi
in quello che vivo.
Non voglio essere trovata
lasciatemi nel mio oblio.
E' una dolce illusione
un sogno continuo.
Non cercatemi nella nebbia
non soffiate via il miraggio.
Potrei dissolvermi
esalare il mio ultimo respiro.
Non può essere solo un abbaglio
è molto di più di un amore.
Se questo momento durasse per sempre
varrebbe più della mia stessa vita.
Ma non esiste il "per sempre"
e allora vivo l'istante.

Rosso inganno



Il rosso è passionale e caldo 
è l'amore che ci circonda.
E' instancabile. 
Il rosso è l'amore e la lussuria
ma anche la rabbia e la sfiducia.
E' inganno.
Nel rosso ci si perde
è un morso carnale.
E' un imbroglio.
Il rosso è tra le lenzuola
ma niente è come sembra.
E' malizia.
Il cuore è rosso, il sangue è rosso
l'amore da romanzo è rosso.
E' una frode.
Il rosso è sulle mura
dipinti cremisi dal cielo rimbalzano.
E' una manovra.
Il rosso è il dolore
non è un colore che ammiro
E' bugiardo.
Il rosso è lussuria
è l'amore
è la rabbia
è il pericolo.
O forse il rosso non è così bugiardo...
Non c'è amore senza desiderio
non c'è rabbia senza pericolo
non c'è dolore con la fiducia.
Una donna ferita sanguina
tinge di rosso le emozioni
satura di rosso l'anima
graffia di rosso la pelle.
Il sangue è rosso
l'ho visto uscire dalle mie vene
e tutto mi scorre attraverso
il tempo, la vita, la morte,
è tutto quello che vuoi
che esso sia.

E nel gioco delle menti
le emozioni prendono il sopravvento.
Diventi la mia ossessione,
invadi i miei spazi, rimuovi la noia.
Respiro il mio esistere,
note profumate di ardore.
Un dolce sentire,
questa attesa impaziente.

Tempo


Cos'è questa cosa chiamata Tempo? 
Sembra essere qualcosa di devastante. 
Eppure non ne abbiamo mai abbastanza.
E' prezioso quando vola via
Noioso quando si trascina. 
Ci rende vecchi.
E' un ladro.
E' un dono.
Non è nulla di certo.
E' la nostra essenza.
La nostra maturazione.
Basta usarlo con saggezza.

Sdraiata qui, a fissare il soffitto, 
galleggio nella ricchezza dei sensi.
Riesco a sentire la tua voce, 
lenitiva e passionale.
Posso sentire i tuoi occhi,
dallo sguardo vorace e affamato.
Assaggiare il tuo tocco,
piccante come un peperoncino.
Sento le mani,
che scavano calde.
Inalo il mio aroma,
ricordo il tuo.
E resto a guardare il soffitto,
in questa notte senza senso.
Nella ricchezza dei sensi
nella pienezza dei ricordi.
Gremita di pensieri e fantasie
volo da te e faccio ritorno

Come un acquarello




La tristezza
si manifesta 
nelle parole cristalline 
frasi dal cuore nero 
scorrono come una cascata 
dalla mia penna accidentata.

La mia gioia è ridotta
ad un sorriso sornione
ridacchio impertinente
giusto per far compagnia
a una manciata di persone
che ho qui per adozione.

Poi un timore
minaccia il cielo oscuro
pende sulla mia testa
un temporale
mi porgeranno mai un ombrello
o mi scioglierò come un acquerello?

Porcellana


Voglio che sia tu a raccogliermi
come una deliziosa rosa
dai petali odorosi.
Voglio che sia tu a tenermi insieme
come una bambola di porcellana
screpolata ma preziosa.
Voglio che sia tu sfiorarmi
con un'infinità di baci
che sfiniscano i pensieri.

Piove

Piove
E' una lenta, morbida, dolce pioggia, quel tipo di pioggia che...
Ti fa irritare perchè hai appena lavato l'auto.
Quel tipo di pioggia che ti fa diventare i capelli crespi e si insinua tra le ossa.
Ma è anche il tipo di pioggia che fa venire voglia di coccole sul divano e guardare
film in tutto il pomeriggio.
E' quel tipo di pioggia che ti fa venir voglia di leggere romanzi erotici e poi scrivere le proprie fantasie.
Quel tipo di pioggia che ti fa venir voglia di saltare sul letto e fare tutte quelle cose che hai appena letto e scritto.
E' il tipo di pioggia che fa venire voglia di entrare in cucina e creare una nuova torta.
Ma è il tipo di pioggia che ti rende anche pigra e ci si accontenta di una ciambella alla soia (per chi non mi conosce sono a dieta e le ciambelle alla soia non mancano mai nella mia dispensa).
Quel tipo di pioggia che dura tutto il giorno e la notte, che ti culla e dormi con il suo suono tranquillo e canta una dolce ninna nanna mentre ti addormenti.
Giorni come oggi mi fanno amare anche la pioggia.

venerdì 3 maggio 2013

Non mi chiamo Iris, ma nelle mie poesie c'è qualcosa che parla di Te.

In piedi, sul bordo della ragione
Appena passato il punto di non ritorno
Converso con le tante voci
In cerca di un luogo in cui correre
Cascate cremisi
Inondano l’arida terra
Cerco di scalare il muro
Ma affondo nella sabbia
Persa nel luogo mio più familiare
Vedo persone passare
Ma più urlo, più sprofondo
Nessuno ascolta le mie grida
Dannata a una vita di solitudine
Con l’unico amico che sarà con me
Il mio cane, fino alla morte.

Voglio scrivere per te
Voglio scrivere quelle parole
Che si dissolvono
Prima di passare per le labbra
Come il fuoco affamato di ossigeno
Che non riesce ad esprimer calore
Una bellezza mascherata
Da fluttuante insicurezza
Voglio scrivere per te
Su di te
Ma tu non so chi sei
E non conosco me stessa
Sarà così per sempre
E non saprai mai
Quello che ho scritto per te.

Continuo a cercare, credo che prima di raggiungere l'orizzonte, troverò la mia ragione di esistere.

E poi ci sono quelle parole che non leggerai mai, sono tante, custodite in un cassetto. La chiave ben nascosta, un tesoro da custodire, prezioso e fragile. Parole come foglie d'autunno, leggere e in balia del vento. Parole come il sole d'estate, calde e brillanti. Parole come fiori di mandorlo in primavera, delicate, dalle tinte pastello. Parole come il gelido inverno, fredde e dure.
Parole che ho dipinto e le tengo per me.

Quando mi sento sola, mi stringo nel silenzio di ogni parola scritta. Il loro abbraccio mi conforta.

So di essere qui
E dove non sono
Dove sono tutto
E la metà di un intero
Sono nelle ombre
Avvolta dalle tenebre
Il buio preme
Si infiltra nell’anima
Si aggrappa alla pelle
Come faresti tu
Se fossi qui
E penso a te
Si accende una fiamma
Per una ninna nanna
Ha una ragione di esistere
Come ogni stella
Che brilla nel cielo.