sabato 22 dicembre 2012


Non era una donna da scartare, ma realizzata. Sembrava ferita e malconcia, a volte, o per lo meno usata.
Ma questo era il punto. Lei non era stata utilizzata, ma utile. Aveva servito i suoi bisogni, il suo piacere e il suo desiderio. L'apice di tutto scritto ovunque.
Sul suo corpo, in cui aveva lasciato così tanti segni e in tanti modi che la fecero rabbrividire al ricordo.
Nel suo cuore, dove le sue parole, avevano lasciato tracce incandescenti.
Nella sua anima, che aveva riempito fino a farla traboccare.
Quel mattino sorrise alle prime luci del sole, sola nella sua camera. E lasciò che indugiasse quel sorriso, la metteva di buon umore, le piacevano le prime luci del mattino, le vedeva filtrare dalle persiane e pensava al nuovo giorno. Un nuovo giorno da vivere.
Ed erano suoi quei momenti, istanti da vivere in solitudine prima che il mondo iniziasse a girarle attorno e viceversa. Adorava quel vuoto così pieno, bisognosa di averlo di nuovo vicino e soddisfatta della notte appena conclusa con lui, nel dolore e piacere più deliziosi.
Presto sarebbe tornata a strisciare in ginocchio, dimostrando la sua forza e la suo gioia.
Per il momento, si cullava nelle sensazioni delle sue ultime carezze e del leggero tocco del calore del sole.

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