venerdì 12 ottobre 2012

SOLO 3 SEMPLICI REGOLE

Le aveva lasciato un biglietto sul tavolo, quel mattino.
Sapeva che sarebbe stata una giornata dolorosa, ma aveva accettato, ne avevano bisogno.
Lui più volte le aveva detto che avrebbe rinunciato, che non voleva lo facesse... lei lo aveva sempre rassicurato: “Penserò a te, tutto il tempo.”
Aprì il biglietto: “Che ti amo lo sai, ma te lo ripeto ancora. Ti prego solo una cosa, se pensi di non potercela fare: rinuncia. Se credi di farcela rispetta solo queste 3 semplici regole...”
Un sms: “Ti ho comprato un vestito, voglio che tu stasera sia perfetta, indossa solo calze e reggicalze. Arrivo tra 10 minuti.”



Ripensò alla sua regola numero 1: gli indumenti che potrai indossare sono solo calze e reggicalze, al resto penso io.
Vuole sesso prima della festa, vuole che sia sexy per lui, ma poi? So già come andrà a finire... pensò rattristandosi...
Arrivò esattamente 10 minuti dopo, con una serie di sacchetti e una scatola, nomi di firme che non potevano permettersi, da poco aveva avuto quell'impiego, un posto importante, arrivato dopo anni di sacrifici e lavori saltuari che lo denigravano, lo aveva accompagnato lei stessa al colloquio con il direttore del personale e azionista di quell'azienda di software.
Lui poggiò le borse su un tavolo e, ad una ad una, svelò il contenuto.
Nella scatola più grande un abito nero, lungo ed elegante... “Alza le braccia, tesoro.”
Sollevò il vestito su di lei e lentamente lo lasciò cadere sul suo corpo, le mani di lui seguirono il tessuto lisciandolo, accarezzando i fianchi, il culo, il ventre e il seno.
Il suo tocco la fece rabbrividire, quando le mani si appoggiarono sulla sua pelle, al di sopra della fessura delle sue natiche... una mano corse su per la pelle della schiena, facendo scorrere la cerniera. Passò ancora le mani su di lei, a partire dalle spalle e scendendo per il seno, indugiando qualche istante, per scivolare di nuovo più in basso, attorno alla vita e ancora più giù. Il suo respiro caldo sul collo, in istanti interminabili e l'apertura della seconda scatola, tirata fuori da un sacchetto... scarpe nere di pelle, tacchi altissimi e molto eleganti.
Lui si inginocchiò ai suoi piedi, guardandola negli occhi... regola numero 2: non interrompere mai il contatto visivo, guardami sempre... afferrò il suo polpaccio e lei fece scivolare il piede nella scarpa, l'aiutò ad indossare anche l'altra.
Le mani di lui si mossero verso l'alto, sotto il tessuto, il suo movimento fluido, senza esitazione, fino a metà della cosce, si fermò qualche istante e salì di nuovo, fino al pube... lo accarezzò e infilò due dita nella vagina, per sfilarli qualche momento dopo e portarseli alle labbra.
Lo vide succhiare le dita, raccogliere i sapori con le labbra e la lingua... tornare ad esplorare, trovando il clitoride, gonfio e in attesa del suo tocco.
“Siamo in ritardo...” provò a dire lei debolmente.
“Saremo in ritardo... non preoccuparti, ci aspettano” la corresse lui slacciando i pantaloni, mostrandole la sua eccitazione.
Lui continuò a toccarla, portandola verso il baratro dell'orgasmo... la regola numero 2 difficile da rispettare. Lei avrebbe voluto buttare la testa indietro, avrebbe voluto gridare e chiudere gli occhi, ma restò a fissarlo, voleva delle conferme, la bocca semiaperta in una tacita richiesta... avrebbe voluto leccare il suo sesso, ma sapeva che non era il momento. Lui continuò inesorabile, le dita continuarono la dolce tortura, nessun altro sapeva come farla godere in quel modo e da nessun altro avrebbe voluto... i loro volti vicinissimi, occhi negli occhi, mentre l'orgasmo la scosse e le gambe si contrassero. Lei chiuse gli occhi e lui la baciò, mentre una mano sul collo la accarezzava, il corpo rallentò il suo ritmo e la lasciò scendere, riprendere fiato.
Si allontanò e aprì la terza borsa, una pochette nera da cui estrasse un piccolo fazzoletto di seta nera. Tornò ad inginocchiarsi davanti a lei, le alzò il vestito e asciugò la sua vagina, piegò il fazzoletto e lo mise nel taschino della giacca: “Potrebbe servire di nuovo.” provò a scherzare con un lieve sorriso, forse in cuor suo avrebbe voluto il contrario, e si ricompose.
Uscirono e il tragitto in auto fu tranquillo.
Il dolore di lei aumentò, man mano che entrarono nella festa, man mano che la cena proseguì, gente educata, cibo buono, ma...
… una mano sulla sua spalla, la fece tremare.
Guardò suo marito, mentre l'uomo alle sue spalle, il direttore del personale, si chinò a sussurrarle all'orecchio: “Sono venuto a riscuotere il pagamento.”
Regola numero 3: svuota la mente, è solo una scopata con uno sconosciuto... e ricordati la regola numero 2.

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