“Vieni con me”
“Oh mio Signore, dove andiamo?”
“Non chiedere nulla, ho una sorpresa
per te.”
Ti seguo, su per quelle scale ripide,
con fiducia e trepidazione.
L'abito lungo, mi fa inciampare e
cadere.
Guardo incupita la rottura del ricco
tessuto, tento di nascondere le mie gambe, improvvisamente scoperte.
Tu scosti la mia mano, squarci ancor di piu' lo strappo e mi sfiori
la pelle chiara. Un fremito percorre il mio corpo, mentre i tuoi
occhi di ghiaccio mi inchiodano, perdo ogni cognizione del mio io
inebriata da quella vicinanza, inalo il desiderio di entrambi, uno
stimolo per te a carezze piu' audaci.
Poi sussurri: “E' troppo presto,
prima la sorpresa.” Mi aiuti ad alzarmi e guidata dalla tua mano
torniamo a salire. Sulla punta piu' alta della torre, una tavola
imbandita di ogni ben di dio. Torce accese illuminano il buio della
notte.
“Siedi, voglio nutrirti con le mie
mani, chiudi gli occhi e lasciami fare.”
Chiudo gli occhi e attendo.
“Apri la bocca...”
Obbedisco, la crema che entra in bocca
e' una morbida carezza, assaporo mentre scivola lenta dalla lingua
al palato, leggermente salata, buona.
“Apri ancora tesoro...”
Di nuovo obbedisco. Un sapore
dolciastro, leggermente scivoloso e gelatinoso, non so definire cosa
sia, ingoio.
Il rito si ripete, apro la bocca, e' un
boccone piu' consistente, sembra del pesce, e' buono, piuttosto
salato. Mi va di traverso, apro gli occhi e sputo, imbrattandolo.
“Ho una spina di traverso...”
riesco a farfugliare “che cosa mi hai fatto mangiare?”
E lui contrito: “Beh, siamo in
quaresima, la regina madre tiene molto alle tradizioni ed ha ordinato
di cucinare polenta con baccalà e cipolle”
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