venerdì 21 settembre 2012

Il poeta mendicante

Il poeta mendicante

Era forte,
forte nel corpo e nella mente,
negli intenti e nelle convinzioni,
nelle verita' che si portava appresso.
Una forza che nasceva da una mente ancora integra,
e da instancabili speranze.
Una mente non ancora sequestrata dalla realta', nuda e cruda,
immerso nei sogni che aveva trasformato in vera e propria esistenza.



Armato contro la paura, contro le perdite e contro l'insicurezza,
scalava una vetta di successi e compiacimenti altrui,
era invincibile, come una divinita' alle prime armi,
era la sua mente e il suo cuore a guidarlo.
Lotto' contro chiunque, una lotta ingenua, senza cattiveria,
finì sepolto sotto la crudelta' altrui.
Emarginato ai bordi della società,
trascinava le sue membra ora stanche,
il viso scavato e pallido,
elemosinando, raccogliendo rifiuti nei cassonetti,
viveva perche' Dio ancora lo voleva.
Nonostante tutto non aveva mai bramato la morte,
aveva la vita, la amava anche da mendicante,
e nel suo cuore regnava ancora la speranza.
Mi imbattei in lui, un giorno che camminavo tranquilla per strada,
vestito di stracci, senza scarpe ai piedi,
rallentai nell'avvicinarmi,
siedeva a gambe incrociate,
la schiena appoggiata al muro,
la sua testa pendeva in avanti,
il viso nascosto da un cappello.
Lui non si mosse, rimase immobile.
Non alzo' gli occhi per incontrale il mio sguardo,
e non mi chiese qualche spicciolo.
Rimase fermo, appollaiato su se stesso,
silenzioso come una pietra. Mi parve strano.
La mia mente corse all'indietro,
afferro' un istante di morte,
torno' alla mia infazia,
alla mia prima prova di sofferenza,
ed ebbi paura.
A questo pensiero, mi fermai,
la preoccupazione compenso' il mio forte desiderio di fuggire,
mi avvicinai con mascherata tranquillita',
poi mi accovacciai di fronte a lui,
in modo che potesse vedermi.
Vidi il suo viso, gli occhi chiusi,
colsi un accenno di un sorriso malinconico,
e confortata pensai "E' in pace".
Stavo per rimettermi in piedi, per chiamare aiuto,
quando apri' gli occhi,
piu' azzurri del cielo,
e nel vedermi li, accanto a lui,
li spalanco' ed il suo sorriso mi avvolse.
Ripresi un respiro (il mio primo dopo un po')
e dissi "Pensavo fossi morto".
"Stavo solo riposando...e sognando di una poesia che scrissi tempo fa."
Sedetti al suo fianco,
porgendogli una bottiglia di acqua,
Si disseto', ringraziandomi,
mi chiese una sigaretta strizzando di nuovo gli occhi,
"Ti piacerebbe ascoltare un poeta e i suoi sogni?"
Fu cosi' che prese a raccontarmi la sua storia.
Una giornata indimenticabile che ancora continua,
continua nelle parole che leggo ogni giorno,
nei libri che continua scrivere.
In me aveva incontrato la sua speranza.


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