“Vieni, fottimi.”
Steve non si mosse, sorrise a malapena. Poi si girò su un
fianco e la fissò, un broncio morbido, lievemente triste. Lei allungò una mano
a toccarlo. Il campanello suonò.
“Aspetti qualcuno?”
Lui non rispose, si alzò, infilò maglietta e pantalone, andò
alla porta. Rientrò con un pacco in mano.
Lei tentò di nuovo: “Vieni, fottimi”. Dischiuse le gambe, un
invito. Steve, immobile sullo stipite della porta, espressione indecifrabile. Sembrava fatto.
Un allarme suonò nel parcheggio, lui andò alla finestra. “La
mia auto…”
Prese le chiavi sul mobile ed uscì. Il boato alle sue spalle
non lo sorprese.
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