domenica 10 marzo 2013

9 Marzo



Era un tempio maledetto, mi addentrai con timore e passai le dita tra i geroglifici; era scolpita la sua saga: “Non è una fine, ma sono solo, accartocciato come carta, consunto e rugoso pronto per essere dato alle fiamme. Non morirai con me, e io vivrò nel tuo olimpo. Non sono piccolo come una lucciola, ma un diamante prezioso, luce in un buco nero, nei tuoi ricordi. Sono il sole selvaggio che brucia nel tuo cielo, una costellazione che solo tu puoi capire.”
Era di una bellezza unica quella scoperta tra le rovine di quel tempio, la vita pulsava sotto i muri rotti e fatiscenti, aleggiava una fiamma eterna di vita… che porta alla vita, come un fiore dopo la semina e poi il frutto.
Lo scritto continuava, consumato dal tempo: “Vivrò in eterno nella tua ombra, una creatura selvaggia che romba nel ventre, che sale alla gola e gioisce nel vento. Non vergognarti di quello che nasce e se il tuo cuore ora sa di dolore, presto la storia sostituirà la mia perdita e sarà così: fottutamente colorata. Una vita nuova può sostituir la morte.”

Oggi nessuno ricorda la Donna, io la voglio ricordare così.

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