sabato 8 giugno 2013

Di notte, una rosa







Petali di un fiore
Nascosto sotto la gonna
In pensieri audaci e setosi

Foglie vacillano
Sotto il peso
Di incontri spinosi

Gaudente il lamento
Inebriante la fragranza
Più dolce di un rosso vino

Si accartoccia poi
Come poesia impaurita
Al buio, alla brezza

Petali cadono
Morta la loro essenza
Dimenticando perché era lì

Oceano


La tua pelle che sfiora la mia,
per un secondo, per sempre, per un attimo.
Poi sotto l'acqua, senza peso, 
due corpi che cadono insieme,
sotto il mare, immersi nel profondo,
nel buio,
prima di emergere con violenza,
alla luce del sole,
nel calore, nell'aria.
Il sale dell'oceano
gocciolante dalle nostre dita,
dai capelli,
dalle spalle,
sulle labbra.

Più vicino



Più vicino, 
ho bisogno di sentirti più vicino, 
cuore contro cuore.
Ho bisogno di assaggiarti, 
di annusarti, 
di guardare dentro la tua anima.
Più vicino,
ho bisogno di respirarti,
il tuo respiro nel mio respiro,
senza spazio tra noi,
senza spazio per niente altro.

Fame


Le mie viscere rombano, brontolano

Rumori di fame che sembrano urlare

Ma non di cibo

Muoio di fame per un suo tocco

A bocca aperta ansimo

Il respiro irregolare, devastante

Mi mordo le labbra

La mia pelle brama il suo tocco caldo

La mia anima brontola

Lo voglio anche nei miei sogni

Chiedo a te


Chiedo a te
nel buio della notte
quando le mie mani
sono alla deriva sul corpo
e la mia mente
finge che siano tue.
Chiedo a te
mentre la tensione cresce
i muscoli si irrigidiscono
e il cuore tuona.
Chiedo a te
con la schiena inarcata
e il collo a nudo
pensando sia tu
a liberare
il mio fuoco.
Sussurro a te
quando il cuore rallenta
gli occhi si chiudono
mentre vado alla deriva
nel sonno
nei sogni.

Chiudo gli occhi e respiro il suo sorriso



Bevo la sua risata e inghiotto le sensazioni che mi attraversano, immagino le sue labbra tumide attaccarsi alle mie, pizzicandole con precisione e passione.

Mi consumo al suono basso della sua voce, quella parola che sostituisce il mio nome, si accende una fiamma. Il mio cuore duole di gioia. 

Inspiro l'idea che lui possa oscillare tra la mia anima il cielo, mi tiene sospesa sopra la terra, freme il ventre mentre lo supplico di restare con me.

E, infine, espiro solo la mia ennesima fantasia, un destino che non è realtà, ma solo fonte di una nuova notte buia sotto le mie lenzuola, con niente altro che le mie dita.

Viaggio nel cuore e con il cuore


Che cosa è il cuore?
Un muscolo? Forte e perfetto batte il suo ritmo, rassicurante anche se in trappola.
E' un'idea? Un sogno in movimento? Un semplice contenitore di romantiche fantasie?
E' un sentimento? La cura disinteressata della madre per il figlio, fratello per la sorella, il marito per la moglie, l'amico per l'amico? E' il nucleo dell'anima? 
Quello che so è che funziona anche nel dolore, è saggio, parla sempre a bassa voce, nonostante sanguini facilmente.
Nelle mani il cuore offerto all’altro. È terrificante non sapere cosa ne farà.
Sorriderà? Lo accetterà? E se scuotesse la testa, girandoti le spalle?
O peggio ancora… lo prendesse solo per abusarne, giocandoci?
La paura dell’ignoto ci impedisce di essere felici. Il cuore è forte, come è necessario che sia. L’amore ha il suo destino: darsi. Se poi in cambio ne riceviamo alcun dolore… ne è valsa la pena. Un cuore preservato non conosce la gioia, un cuore nascosto non conosce la luce. Un cuore condiviso sa volare… senza limiti. Un cuore che ama, vive la sua libertà.
Il mio cuore è spesso un bastardo, è durante la notte che si fa sentire incessante. La notte è sempre troppo lunga per me, nonostante ami il buio e il silenzio, nonostante ci sia il cane a farmi compagnia. Spesso sto bene con me stessa. E' quando si affollano i pensieri, che tutto fa rumore, persino il mio stesso respiro; il battito del cuore diventa un tonfo, un rumore cupo che detesto. E nel silenzio della notte... tutto è tutto e niente è niente. Ogni cosa si amplifica, il troppo diventa eccessivo e il niente diventa il vuoto. Sempre colpa della mia Dannata Mente e del mio dannatissimo cuore.
Che cosa cerco, perché volo verso tutto ciò che è facile e comodo? Perché mi sono innamorata dell’amore? Mi hanno insegnato le favole da bambina, erano morbide storie, donavano sicurezza in una mente ancora senza malizia, dove le donne non avevano nulla di carnale e gli uomini erano senza paura e puri di cuore.
I bambini imparano presto, ho imparato presto, ma è duro scoprire che le fiabe non esistono nella realtà e per quanto amiamo scoprire verità, per quanto siamo puri e semplici e per quanto corriamo verso abbracci primordiali, sbatteremo anche contro la paura primordiale; in un mondo dove non esistono fate, maghi, principi e regine e le uniche magie a cui possiamo assistere sono le luci del giorno e della notte che cambiano.
Poi si cresce. In un attimo. Ci gettiamo verso l’ignoto, terrificanti verità, quasi assente la dolcezza, la protezione è pari allo zero e i mostri sono li che ci aspettano dietro la porta e a ogni svolta.
E nonostante tutto arriva l’amore: ci protegge, ci illumina, ci governa, ci massacra, ci fa soffrire, ci fa gioire, ci fa fremere e godere, ci fa vibrare, ci fa bagnare, ci fa lottare e ci fa vincere… e poi?
Poi niente. Hai vissuto!

E si continua il proprio vivere altalenando tra momenti magici, dove il cuore comanda tutto: sofferenze e gioie.
A volte è orribile essere innamorati, ti rende vulnerabile.
Si apre il petto e si apre il cuore, questo significa che se qualcuno entra dentro di te può ridurti in briciole e cibarsi delle stesse.
Allora tenti di costruire delle difese, una specie di armatura, in modo che nessuno possa farti del male. Inutile!
Quando dai spazio a persone stupide, non sono diverse da tutte le altre persone stupide e si aggira nella tua vita stupidamente, e tu stupida glielo lasci fare.
Si da un pezzo di se stessi senza chiedere nulla in cambio.
L'amore ti prende in ostaggio, ti entra dentro, a volte vorresti gridare, mentre il tutto si trasforma in una scheggia di vetro che trafigge il cuore.
Fa male, non solo nella mente e al cuore, l'anima è ferita e si odia l'amore.
Ma giocare secondo le regole non fa altro che costringerci a vivere creando confini che portano via tutto ciò che c’è di buono nella vita.
Quindi: spazio all’amore e al cuore!

E te l'ho detto.
L'amore è stupido.
L'amore è folle.
L'amore è tutto.
L'amore è niente.
L'amore rende stupidi.
L'amore fa fare cose stupide.
E io stupidamente vivo... tiè!

Citando Shakespeare
Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai.
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
E quando dici “ti amo”? Io non so quando gli altri dicono queste due parole magiche, perfette, il loro suono come una melodia che incanta, cosa vogliano dire. Per me "Ti amo" significa accettarti per la persona che sei, non voglio cambiarti. Vuol dire che non mi aspetto la perfezione da te, come tu non te la aspetti da me. Vuol dire che io ti amo e starei con te anche nel peggiore dei momenti. Vuol dire amarti anche quando si è in uno stato d'animo disperato o quando sei a letto troppo stanco per fare le cosa che voglio fare io. Significa amarti anche quando sei giù, non solo quando ci si è diverte. "Ti amo" significa che io conosco i tuoi segreti più profondi e non ti giudico per quelli, chiedendo in cambio solo che tu non si giudichi i miei. Significa aver cura di te, combattere per ciò che abbiamo e che amiamo. Vuol dire pensare a te, sognarti, avere costantemente bisogno di te, sperando che tu ti senti allo stesso modo per me.
E in tutto questo mio scrivere sarebbe facile scrivere della passione, del modo in cui le tue labbra si appoggiano alle mie, o della tua virilità che prende possesso di ciò che è suo, ma il desiderio, il desiderio come faccio a descriverlo? Come faccio, poi, a scrivere dell’amore?
Come faccio a spiegare di come la tua voce si insinua nella mia mente, una voce che mi tormenta anche la notte, e non è folle se qualche lacrima spunta timida, mi manchi.
Rannicchio attorno a me tutti i cuscini che ho nel letto, arriva un po’ di calore, il cane ai miei piedi è già qualcosa, è pur sempre un'altra forma di vita, che non chiede mai nulla e non mi abbandonerà mai.
Al buio conto i minuti, le ore, passano lente quando gli occhi non si chiudono.
E oggi, ogni parola la scrivo per Te, ogni immagine che vedo, la vedo per Noi, sorrido stupidamente quando mi dici che ti piace ciò che ho scritto, che ti ha fatto pensare a noi insieme, cerco questi piccoli segni e li tengo cari, ma come faccio ad esprimere la cosa più importante?
La tengo con me, la coccolo e ne traggo beneficio... ma ti amo e posso dirlo!








Semplicemente
Dimmi “ti amo”, semplicemente.
Non nel modo in cui lo dici sempre,
ogni giorno che passa,
ma come una volta,
come la prima volta,
in cui ogni briciola della tua mente
era avvolta di meraviglia,
come il sogno che ero,
dove io ero tua per sempre
e tu eri mio.
Dimmi “ti amo”, semplicemente.
Ricordamelo lentamente,
ogni momento,
fammi capire che è vero,
dimmi che sono il tuo tesoro e poi…
io ti dirò “ti amo”… semplicemente.