venerdì 3 maggio 2013

Come trascorrere la giornata e' una nostra scelta, si puo' meditare sui problemi o sul benessere, in qualsiasi caso e' sempre una scelta e ogni momento va apprezzato per quello che e'.

E se posso fare per te quello che nessuno ha mai fatto per me, sono pronta!

Solo quando hai un collare attorno al collo e sei carponi sul pavimento che sai cosa sei, il guinzaglio in quella mano che prepotente tira e silenzioso scava il suo potere nella tua testa......diventi un "animale", un piccolo giocattolo di carne tremula, una proprieta'.
C'e' una dualita' di intenti: umiliazione e protezione, dolore e piacere, annullamento e amore. E in questo mix, brividi corrono per la schiena, pensieri indicibili si librano leggeri, nell'istante in cui ti chiama "cagna" afferri il senso del momento e con fierezza alzi il capo e ti soffermi a guardarlo in attesa di quello che verra'.

Segni

Controllava i segni rimasti, legami impressi sulla pelle, sulle braccia cerchi concentrici che finivano ai polsi, impressioni di un intreccio che l’aveva abbracciata stretta.
Sulle natiche un bruciore, un leggero dolore. Era un morbido sentire, che si attenuava momento per momento, ma ogni volta i ricordi affioravano e la facevano divampare.
Ricordi di parole, promesse e poi il vuoto. Un vuoto che riempiva a modo suo.
Sentiva ancora le dita attorno alla gola, le piaceva ricordarlo. Il pollice sulla trachea, la pressione che le aveva tolto il respiro, le curve del palmo ovunque. Continuava a toccare quei tratti di pelle, dovette riprendere fiato.
Erano più che ricordi, erano la prova, i testimoni, un coro di segni, ognuno le sorrideva sbiadendo, ma sapeva chi e dove erano stati creati. Toccarli era ricordare, renderli vivi, essere certa di quello che era successo.
Erano promesse di un futuro.
E così percorreva miglia dentro di lei prima di dormire. Una frase ripetuta che risuonava riempiva la mente, il ricordo del buio di una benda colmava il nero di una luce, la fitta calda della cera sulla pelle riscaldava l’animo, la sua perversione dolce la rendeva umida, il suo sorriso come premio. Strumenti e veicoli di decine di notti, di un sonno vigile, di una guida verso sogni, desideri e promesse.
Ecco, vedi. Quando dico che sei una troia, lo dico con convinzione, lo dico perché è scritto sul tuo viso, sul tuo corpo. Un pennarello indelebile con quella scritta non avrebbe lo stesso risultato. Sono i tuoi occhi che me lo dicono, le tua bocca dischiusa che aspetta solo che la colmi della mia carne, le tue mani impazienti che vorrebbero toccarmi, il corpo che trema, le gambe che socchiudi. Potrei darti tutto quello che vuoi, subito. Invece no. E il pensiero ti corrode, si insinua, ti lacera. Impaziente ti contorci, ansimi, gemi. Ogni respiro, musica per le mie orecchie.

Mi arrendo,
non volevo ammetterlo a me stessa,
ma ho sentito un boato dentro di me.
L'ho riconosciuto ed era reale,
di fronte a me,
avrei potuto allungare una mano e sfiorarlo.
Dire che non ho sentito nulla,
sarebbe come dar credito alle persone che non credono nell'istante.
Ho accettato la bellezza del momento,
convinto me stessa che non era solo un'onda passeggera,
non l'ho ignorata,
la perdita sarebbe stata troppo grande.
Lentamente mi sono trovata faccia a faccia con la verita',
l'ho ammesso a me stessa, ma non volevo dirlo agli altri,
parlare ad alta voce a volte potrebbe ferire.
Pero' mi sono aperta a te,
anche se rischio di farmi male,
ti ho dato anche questo potere,
ho aperto a te la mia vulnerabilita'.
Ho ammesso al mio cuore che potevo farti entrare,
ma ho lasciato un angolo al buio,
non posso ancora darti tutto,
annegherei in un mare di emozioni...
Poi una voce, nella mia testa,
mentre mi hai detto, hai sorriso, un soldo per i tuoi pensieri...
nessuna parola e' uscita dalla mia bocca,
solo un gesto.
Ti ho consegnato una corda
ed i miei polsi per legarmi a Te.


- Ferma mia piccola slave, non muovere un muscolo.
- Signore, sono qui per guardarla e servirla.
Lo aspetto in ginocchio, la schiena eretta, il mento leggermente rialzato, a guardarlo. ad ammirarlo.
I miei occhi cercano la sua approvazione, rimango in attesa, solo un lieve respiro muove le mie membra.
- Sei la perfezione, la mia creatura, il mio tutto... sussurra mentre mi chiude al collo il segno della mia Appartenenza a Lui.
Sento la pelle che si appoggia alla mia pelle, un brivido lungo la schiena.
- Questo e' il segno della tua devozione a me, della tua adorazione. Mi appartieni, totalmente, sei Mia e solo Mia.
Mi godo il freddo pavimento e le sue calde ginocchia, appoggio il capo, mi accarezza.
- Guardami....
Alzo di nuovo gli occhi, arrossisco, il suo sguardo e' sul mio corpo, nudo ed umiliato a terra.
Un calore avvolge le mie intimita', mentre seguo i suoi occhi che guardano il suo gonfiore, la sua eccitazione.
Lui li abbassa e saggia la mia eccitazione, sono bagnata.....
- Quest'audacia sara' la tua attesa, attenderai il mio gusto, mi leccherai solo al mio ordine, adesso attendi.....
Si alza, prende un giornale e si mette a leggere, vicino alle sue gambe una cinghia.
Attendo, minuti interminabili, ogni tanto passa sulla schiena la fibbia, leggera e fredda.
Mi mordo il labbro, i capezzoli tesi, tradiscono lussuria...il pavimento ora umido dei miei umori.
Se ne accorge.....
- Il tuo bisogno e' cosi' grande mia piccola slave? Cio' che ti serve e' qui, sono io.