venerdì 29 marzo 2013

Il mondo impossibile di Ambra


http://alliewalker63.blogspot.it/p/il-mondo-impossibile-di-ambra.html

Ambra non ha una vita normale, costretta in un mondo che non si è scelta, VIVE nei suoi sogni, che ogni notte proseguono come se non si fossero mai fermati. Il resto della sua vita è piatto, come la posizione che occupa nel suo contenitore freddo e sterile.

venerdì 15 marzo 2013

La perversione

La perversione non è un peccato, presa a piccole dosi diviene un'abitudine di cui non puoi fare a meno, ti fa continuare a vivere quando tutto ti rema contro, ti fa rinascere e morire tutte le volte. 
E ogni volta la aspetti, e sei li che brami, e vuoi, e cogli, e afferri, ti colmi, e poi di nuovo il vuoto. 
Un vuoto che ha una ragione di esistere.

mercoledì 13 marzo 2013

Le mucche sono intelligenti e i rospi ancora di più

Ho ripreso ad ascoltare musica sinfonica, mentre lavoro, mentre scrivo, mentre cucino; la mia casa è costantemente satura di note ad ogni ora del giorno, solo che mio figlio non è proprio contento eh, allora si è premunito di cuffie e continua a farsi i cavoletti suoi. A proposito di cavoletti, si dice che le piante, poste non molto vicino alla fonte, amino la musica da camera, che sottoposte costantemente alle vibrazioni sonore, riescono a svilupparsi più velocemente e a distruggere microrganismi e parassiti delle stesse. Si dice pure che le mucche amino ascoltare Mozart, in particolare, con il risultato che la produzione di latte aumenta in maniera prepotente rispetto a mucche allevate normalmente. E, infine, si dice che la musica classica faccia diventare più intelligenti, perché si va a stimolare il cervello in parti molto sensibili, come una specie di massaggio rinvigorente. Ci sono anche quelli che dicono “adesso ascolto musica classica” pensando di passare per persone intelligenti. Io non penso di diventare intelligente in un sol colpo, ehm ehm, sto solo facendo una prova, per capire quanto sono intelligenti le mucche e le piante XD. No, non è vero. Mi piace ascoltare questa musica, mi rilassa, mi rende felice… quindi non ho bisogno di aumentare la mia intelligenza, basta quella che ho, e suppongo che le mucche e le piante siano nella mia stessa condizione. E sto bene come una rospo nel suo stagno. Non ho una gran simpatia verso questi animali: hanno un aspetto viscido e rugoso, quasi avessero verruche (bleah), in realtà nascondono principi pronti a trasformarsi al primo bacio, se mi avvicinassi io son sicura che, con la sfiga che mi ritrovo, si trasformerebbe in topo (ancor più orrendo). E poi lo stagno: umido, mefitico, infestato di zanzare, melmoso… eppure se sei un rospo lo stagno è il posto perfetto in cui stare, per chiunque orrido, ma per lui il suo regno. Se ci pensate, abbiamo tutti il nostro stagno, colmo di sentimenti e sensazioni, e siamo tutti un po’ rospi: ci adeguiamo e ci modifichiamo fino a che non arriviamo a essere perfettamente a nostro agio nella nostra “pozza” e in quella pozza succedono tante cose, è il nostro modo di vivere e sul fondo si accumulano vari strati di detriti e sabbia, che poi non sono altro che esperienze, persone, sentimenti, delusioni, speranze, sogni, lavoro, amore. Scende tutto verso il basso e cova, e passano anni trascorrendo il tempo a cacciar libellule sulla superficie, saltando da una ninfea all’altra. Ma sotto tutto ribolle, fermenta e si mischia, torna tutto a galla assieme ai ricordi, e con i ricordi le emozioni che pensavamo di aver accantonato e sorpassato come un auto in corsa. E quando tutto lo stagno è in subbuglio, ci rendiamo conto che è arrivato il momento di saltar fuori e tornare a confrontarci con il mondo. Arrivati a quel punto possiamo scegliere: la pozza accanto più grande e sontuosa e fare un salto di qualità o crogiolarsi nella melma dello stagno dei ricordi. Voglio la pozza più grande, assieme alle piante, alle mucche, al rospo e la musica che mi rende felice.

domenica 10 marzo 2013

Spazi vuoti


Il desiderio si crea nello spazio vuoto, nel silenzio. In quel momento di pausa, la mente si concentra e anticipa il dolore e il piacere, fa stringere lo stomaco, fa brillare la pelle di gocce scintillanti. Le parole non sempre sono necessarie, l’abilità sta nel creare quegli spazi vuoti in modo che l’altro voglia riempirli con i propri desideri nascosti. Poi è vero, ci sono quei momenti in cui il desiderio fisico supera tutto e si agisce, è facile cedere al bisogno fisico e reagire istantaneamente. Creare e vivere nelle attese richiede uno sforzo di volontà immane, vorresti toccare, ma scegli di non farlo, si aspetta in silenzio e fai attendere, solo gli sguardi comunicano il desiderio interiore. E’ una realtà perversa che lascia un’impronta nella mente dell’altro.

9 Marzo



Era un tempio maledetto, mi addentrai con timore e passai le dita tra i geroglifici; era scolpita la sua saga: “Non è una fine, ma sono solo, accartocciato come carta, consunto e rugoso pronto per essere dato alle fiamme. Non morirai con me, e io vivrò nel tuo olimpo. Non sono piccolo come una lucciola, ma un diamante prezioso, luce in un buco nero, nei tuoi ricordi. Sono il sole selvaggio che brucia nel tuo cielo, una costellazione che solo tu puoi capire.”
Era di una bellezza unica quella scoperta tra le rovine di quel tempio, la vita pulsava sotto i muri rotti e fatiscenti, aleggiava una fiamma eterna di vita… che porta alla vita, come un fiore dopo la semina e poi il frutto.
Lo scritto continuava, consumato dal tempo: “Vivrò in eterno nella tua ombra, una creatura selvaggia che romba nel ventre, che sale alla gola e gioisce nel vento. Non vergognarti di quello che nasce e se il tuo cuore ora sa di dolore, presto la storia sostituirà la mia perdita e sarà così: fottutamente colorata. Una vita nuova può sostituir la morte.”

Oggi nessuno ricorda la Donna, io la voglio ricordare così.

venerdì 8 marzo 2013

Relazioni pericolose - Nessun testimone


Steve attraversò il parcheggio, vicino all’auto lo attendeva un uomo con una busta in mano.
“Meritati. Quella puttana doveva morire.” Poche parole, pesanti come macigni, ma non era lui a doversene preoccupare.
Steve non replicò, afferrò la busta e salì in auto. Rimase a guardare allontanarsi l’uomo che l’aveva pagato. L’auto blu al di la della strada che divideva il parcheggio, l’autista pronto con la portiera aperta. Lo vide scomparire all’interno, l’autista chiuse lo sportello, girò attorno all’auto e salì.
Un leggero formicolio lungo la schiena, un piacere quasi tagliente, quando l’auto esplose sotto i propri occhi con un click.

8 Marzo


Sono una Donna 365 giorni l'anno (ogni 4... 366).