Dieci, sono arrivata alla vittima numero dieci. Lui aprì gli
occhi, lessi un barlume di sfida, lo sguardo ironico e una smorfia in bocca, improvvisamente
smorzati quando comprese di essere legato. Leccai il suo viso imperlato da sottili gocce
di sudore, imprimere sulle labbra il
gusto della paura era divenuta una costante. “Lo specchio è li…” dissi tirandolo per i
capelli, obbligato a guardarsi. “Scegli tu, vuoi vedere come si soffre o…” Perse
completamente la sua spavalderia, piagnucolò pregandomi di non fargli male. Un
ghigno mi attraversò le labbra, lo imbavagliai. Costretto a guardarsi, non lo
bendai, infilai lo strap-on nel suo pertugio in un sol colpo e accompagnai i
successivi urlandogli: “Nadia…” Accanto a lui la mia firma: “La Fustigatrice di
culi pelosi non perdona.”
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