venerdì 3 maggio 2013

Non mi chiamo Iris, ma nelle mie poesie c'è qualcosa che parla di Te.

In piedi, sul bordo della ragione
Appena passato il punto di non ritorno
Converso con le tante voci
In cerca di un luogo in cui correre
Cascate cremisi
Inondano l’arida terra
Cerco di scalare il muro
Ma affondo nella sabbia
Persa nel luogo mio più familiare
Vedo persone passare
Ma più urlo, più sprofondo
Nessuno ascolta le mie grida
Dannata a una vita di solitudine
Con l’unico amico che sarà con me
Il mio cane, fino alla morte.

Voglio scrivere per te
Voglio scrivere quelle parole
Che si dissolvono
Prima di passare per le labbra
Come il fuoco affamato di ossigeno
Che non riesce ad esprimer calore
Una bellezza mascherata
Da fluttuante insicurezza
Voglio scrivere per te
Su di te
Ma tu non so chi sei
E non conosco me stessa
Sarà così per sempre
E non saprai mai
Quello che ho scritto per te.

Continuo a cercare, credo che prima di raggiungere l'orizzonte, troverò la mia ragione di esistere.

E poi ci sono quelle parole che non leggerai mai, sono tante, custodite in un cassetto. La chiave ben nascosta, un tesoro da custodire, prezioso e fragile. Parole come foglie d'autunno, leggere e in balia del vento. Parole come il sole d'estate, calde e brillanti. Parole come fiori di mandorlo in primavera, delicate, dalle tinte pastello. Parole come il gelido inverno, fredde e dure.
Parole che ho dipinto e le tengo per me.

Quando mi sento sola, mi stringo nel silenzio di ogni parola scritta. Il loro abbraccio mi conforta.

So di essere qui
E dove non sono
Dove sono tutto
E la metà di un intero
Sono nelle ombre
Avvolta dalle tenebre
Il buio preme
Si infiltra nell’anima
Si aggrappa alla pelle
Come faresti tu
Se fossi qui
E penso a te
Si accende una fiamma
Per una ninna nanna
Ha una ragione di esistere
Come ogni stella
Che brilla nel cielo.