venerdì 29 marzo 2013

Donne



La vita va avanti 
Onda su onda 
Sfida su sfida

Cavalchiamo le creste 
Amiamo il calore del sole
Respiriamo aria fresca

Cediamo al ritmo
Assaporiamo ogni gusto
Il tempo senza confini

Amiamo la danza
Sempre a cavallo
Sulle ali del vento ...

Lui



Vede dentro di me 
Ogni brutto pensiero 
Ogni sogno lordo 

Quelli che possiedo
Quelli dimenticati
Quelli mai pensati

Nel buio della memoria
Al di là di ciò che è semplice
Al centro del mio essere

Le perversioni
Le più dolci emozioni
Le mie latenti voglie

La mia libertà
Le mie catene
Il mio orgoglio

Sopra ogni cosa
La mia passione
E il mio animo buio

Sogno


Ti muovi in me
dolcemente alla deriva
in stretto contatto
nel profondo.
La luce soffusa
si riflette
pelle su pelle
anima su anima.
Un destino luminoso
mai cercato
ci ha trovato
salutato
e canta con noi.



Il realista sa di vivere nell'incertezza, il sognatore sa di camminare nella luce.

Buongiorno Maestro

Il letto era grande, Troppo grande solo per me, troppo spesso nessuno al mio fianco, scaldata dalle sole coperte.
Quel mattino qualcosa era cambiato, il risveglio piacevolmente illuminato dalla luce del mattino. Un odore persistente bazzicava nell’aria, aromi da molto tempo dimenticati. Il sesso era lì, confuso con l’odore di lui. La stanza permeata di sesso, mista all’odore di sapone, sembrava stranamente salata. Inspirai l’aria a pieni polmoni, mentre le guance si accesero di rosso. Aprii gli occhi e fissai il soffitto. I ricordi della notte appena passata passarono pigri nella mente, anche se le mie mani iniziarono a tracciare cerchi sulla pelle, lentamente, verso il ventre. Il ghiaccio era stato l’antipasto, gocce scintillanti avevano tracciato un contorno sui capezzoli, per finire giù, all’interno delle cosce. Ricordai le corde, che avevano scavato la pelle dei polsi, mentre mi contorcevo sciogliendo, con il calore del corpo, il gelido abbraccio; i capezzoli indolenziti dai morsi, i palpiti pesanti, la mente piacevolmente riempita, non più il vuoto. Affiorarono immagini: la cintura stretta al mio collo, la fibbia premuta con forza contro la nuca, mentre il suo cazzo affondava da dietro. E ora, con le mani sul mio sesso, tremai ancora, ricordando le sensazioni, la lingua improvvisamente sulle labbra per assaggiare l’aria. Era come stessi assaggiando il suo cazzo, di nuovo. Ma erano sapori fantasma, e tutto questo poggiava sulle mie papille con troppa debolezza. Potevo avvicinarmi a lui, svegliarlo assaporando di nuovo la sua pelle, invece allungai una mano a toccarmi, le labbra ancora gonfie, il clitoride teso e in attesa. Mi trastullai a darmi piacere, piacevolmente egoista. Guardavo lui, profondamente addormentato, e affondavo le mani e le dita dentro di me. Sorrisi. Il suo respiro quiete fu un richiamo, le labbra leggermente socchiuse. Delicatamente mi posizionai sopra il suo viso, senza toccarlo. Continuai a toccarmi e le prime gocce di umori colarono sulle sue labbra. Aprì gli occhi anche lui e solo allora avvicinai il mio sesso alla sua bocca, per farmi lambire, succhiare, leccare, premere, spremere, spingere e… “oh… si!!!!”


Che cosa è il peccato
se non un frutto proibito
da suggere con le labbra
da mordere con i denti
da cui nutrirsi.
Un banchetto prelibato
per una fame insaziabile
che divora la mente
che ruba i pensieri
e riempie l'anima.

Chiuse gli occhi
dipinse arcobaleni
la sua risata
il suo viso
le mani
gli occhi
le labbra
ognuno con un colore
quando li riaprì
tutti i colori
erano in piedi
davanti a lei.