domenica 30 dicembre 2012


Nella ricerca di un padrone, spesso il sottomesso si imbatte in parole come "depravato" o "malato". Non è un "disturbo" essere sottomessi, ma semplicemente è avere una mente cablata diversamente rispetto alla gente che si crede "normale". Forse è più facile capire il bisogno di un uomo di dominare una donna, visto che abbiamo lottato per centinaia di anni per i diritti e le libertà femminili. Proprio come una donna ha il diritto di dire di no, lei ha anche il diritto di cedere le sue scelte ad un altro, volontariamente. E' la libertà di scegliere, che mi permette di servire... è un bisogno MIO.
Ed è questo stesso diritto, la stessa sofferta libertà che mi permette di scegliere i suoi legami, il suo dominio, come la mia casa. E la mia scelta per soddisfare questo bisogno di compiacersi, sempre.



Ho trovato la mia strada, una mano per guidarmi e un posto ai tuoi piedi. 


Nelle sue mani ho trovato la mia sicurezza.
Sotto il suo controllo ho trovato la mia libertà.
Nel suo dominio ho trovato la mia casa.
Nel suo amore ho trovato il mio destino.



La scriverò sulla pelle nel caso in cui avessi bisogno di un promemoria visibile.
Lo sussurrerò fino a quando le tue orecchie possono sentire.
Ti mostrerò che il mio corpo non può funzionare senza di te.
Lo dimostrerò da qui all'eternità.
Fino a quando non saranno più necessarie parole o azioni.
La tua anima fa parte di me.
Senza ombra di dubbi.
Con fiducia.
Con certezza.


Non esiste una strada semplice da completo abbandono, non è mai tutto bianco o tutto nero. E' un viaggio, con brutti e impervi ostacoli ma anche tranquilli prati pacifici. E' bello, ma nessuno ha mai detto che sia facile.
"Brava ragazza". La frase che spesso coniano per noi "sottomessi" e sembra che sia l'ultima e la prima che bramiamo sentire. E, naturalmente, mi sforzo di essere quella brava ragazza. Ma ci sono altre parole che hanno detto a me nella vita, che significano ancora di più, molto di più, come il "per sempre" e "mio". E ci sono momenti in cui mi rendo conto, sempre più, quanto contano quelle parole.
Lui ha visto le mie debolezze, i miei difetti, il mio dolore, mi ha visto cadere a pezzi... e ora mi tiene insieme, anche nei momenti in cui non ho potuto forse essere il meglio che ho voluto e potuto essere, non importa quanto duramente ho provato. Eppure, io sono ancora, per sempre, SUA.



La mano dice: "mia", in un modo che le parole non potranno mai farlo.
Il tremito alle gambe, l'umidità tra le cosce, il sospiro tranquillo dal profondo per rispondere semplicemente "Tua".


Ho leccato,
credo di aver respirato,
rimasta senza fiato,
in gemiti e fremiti,
ho succhiato,
miagolato,
soffocato,
sbavato,
ingoiato...
Oh si!