sabato 22 giugno 2013

Vorrei immergermi nell'oceano
sprofondare nell'azzurro infinito
di acque cristalline e pure
per riemergere pulita
pronta a farmi accarezzare
dal calore del mio amato sole.

Mi piace rotolare sui fianchi
nello spazio del mio letto
dove nessuno è con me
e gemo tra le ombre
dove le tue labbra 
dovrebbero essere.
Il vuoto mi inghiotte
e non è vuoto
ho le mie braccia
che diventano le tue
per fare l'amore
con il tuo fantasma.

Io sono nessuno



Io sono nessuno! Tu chi sei?
Sei nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce!

Che grande peso essere qualcuno!
Così volgare - come una rana,
che gracida il tuo nome - tutto giugno
ad un pantano in estasi di lei!

(Emiliy Dickinson)

Una relazione è come un intervento a cuore aperto, è tutto esposto.

Qualche tempo fa scrissi questa cosa:
"Indecisa tra la vita e la morte, passo le mie notti a guardare le ombre. Sola, in questo letto che sta diventando la mia tomba, continuo a pensare a questa cazzo di vita, che si trascina lenta nelle attese. Allungo le mani sull'altro lato del letto e trovo il deserto. È una morte lenta, che mi preme sul petto, un peso che non sopporto. Vorrei andarmene, risolvere per sempre i miei problemi, finire nella cenere, in balia di un alito di vento, in modo da sparire completamente. Sommersa dai pensieri, la mente è al limite, rasento la pazzia. Perché non torna la luce? Perché non riesco a chiudere gli occhi? C'e il vuoto attorno a me, un vuoto che opprime e queste lacrime che non finiscono mai. Ingoio il mio respiro, soffoco il mio dolore con inutili storie, nessuno mai potrà togliere questo manto oscuro."
Oggi non sono nelle stesse condizioni, ho fatto un grosso passo in avanti, anche se quella sensazione di vuoto attorno a me ogni tanto si fa sentire.
Ecco, stasera respiro il mio vuoto, nel silenzio ascolto il mio respiro, mi colmo di Me. Meglio il vuoto che il pieno di nulla.
Spingo via anche l'Amore, non ci voglio pensare.
Voglio rimanere sola,con Me, a pensare. La notte sarà lunga,sò già che conterò tutte le ore.
Stasera ho capito che a volte le persone sono stupide, mi ci metto anch'io tra queste. Ho sbagliato, e molto, nella mia vita, stupidamente. Ho perdonato, stupidamente, forse era meglio non farlo. Ho tentato un riavvicinamento nel dolore di una perdita, stupidamente ci ho provato, testimoni mio figlio e mia madre, ma la morte e' una cosa che non si tocca, ho rispetto per i miei cari e non poteva continuare a infangare il nome di persone che non ci sono più. Evidentemente non sono tutti come me, visto che mi sono sentita dire che la mia sofferenza non conta un cazzo... "non hai il suo stesso sangue" mi ha detto... inutile rispondere che ognuno sente il proprio di dolore, da persona stupida non lo avrebbe capito. "hai premeditato e progettato, sei stata tu" le altre parole... Spero si fosse fumata qualcosa di buono! So che la persona che me lo ha detto ha la bocca come una fogna, posso provare solo compassione per lei, più di quello non può dare, ha una mente troppo piccola e grezza. Lei non potrà leggere queste parole e nessuno potrà riportargliele. Spero solo che con la forza del pensiero gli arrivi un sentito vaffanculo come un sonoro ceffone!
(Dicono che scrivere è terapeutico... Condividere ancora di più

sabato 8 giugno 2013

Lo sfogatoio 07 giugno 2013


Non dormo, gli occhi non si chiudono. E pensare che poco prima di entrare in camera, ero li, davanti al pc, che sbadigliavo. Come entro qui dentro, il sonno sparisce, magicamente. Nemmeno la ninna nanna funziona più come prima. 
Devo scrivere, serve uno sfogo ai miei pensieri. 
E oggi che mi invento? Lo sfogatoio! Mi libero dei pensieri che non voglio portare con me nel sonno. 
Hai presente quando uno si toglie i pantaloni la sera? E svuota le tasche di quello che si è accumulato durante tutta la giornata? Quello si chiama lo svuotatasche.
Io da oggi ho lo sfogatoio, svuoto le tasche della mia mente e mi sfogo alla mia maniera: scrivo, vomito parole. Non il solito libro, o le solite poesie, o i racconti che la mia mente fervida partoriscono. Ma quelle cosette da accantonare, i mostri da uccidere.
Ne ho un paio, oggi, che pesano particolarmente. Prima di tutto quelle stramaledette lacrime che non finiscono mai, hanno una fonte inesauribile. Ne ho riempita una bustina e l'ho appoggiata sul comodino, sopra il libro che non apro da un po'. Dicono che piangere fa diventare gli occhi belli, io vedo solo occhiaie (quindi, per favore Biianca, smettila).
Vicino alle lacrime c'è il mio cuore, non mi meraviglia essermelo ritrovato in testa, batte così forte che è ovunque. Mentalmente, adesso, è vicino al sacchetto con le lacrime, ma continuo a sentire quel tonfo assordante che batte nel mio petto. Impossibile staccarlo da me, lascio che il silenzio mi avvolga e lo ascolto acquietarsi, non è un mostro, è solo Amore... Tze... Quisquilie!
Assieme alle lacrime e al cuore, c'è la parola "inadeguata", pure quella adesso è li che mi guarda tra le ombre, la spernacchio un po', mi sorride indisponente, le strizzo l'occhio.
Mi sembra di non avere altro che mi pesa, per il momento, ma nella notte tutto può succedere, basta l'ombra di quell'incubo che ogni tanto si affaccia.
Allora guardo il soffitto, conto le linee delle persiane che si rispecchiano tra ombre e luci, fuori, sul mio giardino, il lampione manda una luce tutt'altro che tenue e ne imprime il disegno (ogni tanto provo a svitare la lampada,ma quel poveretto addetto ai controlli, continua a non farsi i cazzi suoi).
Una zanzara mi svolazza attorno, Ugo se la dorme russando, chiudo gli occhi e ascolto il mio respiro.
Grazie sfogatoio, stò meglio!


Cremisi 
macchie di sangue
scendono sulle cosce
nausea crescente 
gola secca

Stringe con la mano il ventre
persa in una preghiera
quando si apre il cielo
e vomita il suo sacrificio

Ansanti le spalle
tiene il suo guscio rotto
in agonia silenziosa
in un bagno freddo
solitaria

Si confronta con la sua
più grande paura
la morte